Falcon e Ramirez erano seduti nella stanza degli interrogatori della Jefatura, la videocamera collegata al televisore mentre un poliziotto piu giovane, che si intendeva di queste cose, provvedeva al funzionamento dell'intera apparecchiatura. Ramirez si informo sul vecchio signore incontrato al cimitero.
«Ramon Salgado. Era il gallerista di mio padre.»
«Non aveva l'aria di poter sollevare Jimenez dalla sedia», osservo Ramirez, «e nemmeno di riuscire ad arrampicarsi su un'autoscala.»
«E anche un critico d'arte che occasionalmente tiene all'universita conferenze a cui non assiste nessuno. Ha una galleria in calle Zaragoza, vicino a plaza Nueva. E tuttora frequentata da gente importante, compresi la signora Jimenez e suo marito.»
«Ha l'aria di uno che sa tirar fuori i soldi dalle tasche altrui.»
«Abbiamo parlato di denaro sporco nel settore della ristorazione e ha perfino toccato l'argomento dell'Expo '92, cosa che credo abbia fatto poco volentieri, e c'e stata un'offerta di informazioni.»
«Ma non le ha detto niente?»
Falcon avverti di nuovo la sonda in azione.
«Conosco Ramon Salgado», rispose. «Apparentemente e un uomo d'affari di successo, quattrini, macchina di lusso, casa a El Porvenir, clienti importanti, ma ai suoi occhi e un fallito. Non si e mai impegnato in prima persona come gli artisti che rappresenta, tiene conferenze alle quali non partecipa nessuno, ha scritto due libri di nessuna rilevanza, sia dal punto di vista accademico, sia dal punto di vista commerciale.»
«E che cosa voleva?» domando Ramirez.
«In cambio di informazioni vuole qualcosa di personale… qualcosa che ha a che vedere con mio padre. Io non voglio concedergliela in cambio di semplici pettegolezzi.»
«Il mercato dei pettegolezzi e fiorente», osservo Ramirez.
«Lei non e mai stato all'inaugurazione di una mostra, Inspector? C'e sempre moltissima gente, persone che fingono di sapere piu di quello che sanno, che credono di essere le uniche a capire le opere e che poi… cercano di tradurle in parole.»
«Quelle sono stronzate, non pettegolezzi.»
«Quel genere di persone vuole essere la dove si manifesta, vuole toccarlo, vuole parlarne.»
«Parlare di che?»
«Del genio», rispose Falcon.
«I ricchi non si accontentano mai di quello che hanno, no? Nemmeno quelli del barrio che hanno sfondato si accontentano. Vogliono tornare e ficcarti in gola il loro successo e per giunta rimanere amici.»
«Neanche mio padre lo ha mai capito, eppure era ricco anche lui», disse Falcon. «Lo disprezzava.»
«Che cosa?» domando Ramirez, pensando che stessero ancora parlando di genio.
«Il desiderio di accaparrare, l'avidita.»
«Oh, certo», convenne Ramirez sarcastico, cercando le sigarette: sapeva bene che il vecchio Falcon aveva lasciato una fortuna in proprieta che si era «accaparrato». Se aveva disprezzato l'avidita, allora il vecchio
L'attrezzatura era finalmente pronta; si girarono verso lo schermo. Dal ronzio del nastro si passo bruscamente alla prima immagine: il silenzio del cimitero, le ombre dei cipressi lungo il sentiero, i convenuti adunati intorno alla cappella.
La mente di Falcon indugio su Salgado, su suo padre, sullo studio mai aperto e sulla strana richiesta. Era stato Salgado a creare per suo padre la possibilita di farsi conoscere e per questa ragione in privato Francisco Falcon riservava a lui un disprezzo speciale. Salgado aveva organizzato a Madrid la mostra in cui era stato venduto il suo primo nudo, all'inizio degli anni '60. Il mondo dell'arte europeo era impazzito, la casa di calle Bailen era stata comprata sull'onda di quel successo.
E sull'onda di quel successo, grande, ma domestico, Salgado aveva organizzato una mostra a New York. Erano corse voci di una montatura, che il quadro fosse gia stato promesso all'ereditiera Woolworth e «regina» di Tangeri, Barbara Hutton, e che la mostra fosse solo un mezzo per creare eccitazione intorno al nome di Francisco Falcon. In ogni caso aveva funzionato. Barbara Hutton aveva effettivamente comprato il quadro e, alla mostra, era accorsa tutta la folla scintillante e mondana di New York. Il nome di Falcon era sulle labbra di tutti. Le due successive esposizioni nella stessa citta avevano ottenuto un grande successo e, per un periodo di qualche settimana, alla meta degli anni '60, Francisco Falcon era stato famoso quasi quanto Picasso.
Parte di quel successo era dovuto al talento di Ramon Salgado, il quale conosceva fin dal principio i limiti del suo artista. Il fatto era, e in suo padre questo aveva causato grande amarezza, rabbia e frustrazione, che esistevano solo quattro nudi Falcon, tutti dipinti nello spazio di un anno, a Tangeri, all'inizio degli anni '60. Dopo il suo arrivo in Spagna quella particolare vena del suo genio si era esaurita. Il pittore non era mai riuscito a ricatturare quella qualita unica, misteriosamente proibita, presente in quei quattro quadri astratti. Suo padre gli parlava spesso di Gauguin, gli spiegava che Gauguin era gia un pittore eccezionale prima di aver visto le donne delle isole dei mari del Sud, ma che, a quel tempo, nessuno lo sapeva. Quelle figure femminili avevano fatto riemergere il suo genio. Se non fosse stato per loro, sarebbe probabilmente finito a dipingere porte in Francia. La stessa cosa era accaduta a Francisco Falcon. La sua prima moglie era morta, la seconda anche e il pittore aveva lasciato Tangeri. I critici avevano scritto che il carattere particolare di quei nudi era una sorta di consapevole innocenza, una presenza intangibile e che forse era stato il trauma di quegli ultimi anni a Tangeri a interrompere il flusso ispiratore: le perdite che aveva subito gli avevano impedito di accedere nuovamente a quella purezza innocente. Non aveva mai nemmeno tentato di dipingere un nuovo nudo astratto.
Qualcosa attiro l'attenzione di Falcon. Una macchiolina nera comparsa brevemente sullo schermo bianco.
«Che cos'era?»
Ramirez sobbalzo sulla sedia. Quasi non lo stava guardando, quello stramaledetto filmato, solo una gran perdita di tempo, secondo lui.
«Ho intravisto qualcosa», disse Falcon. «Qualcosa sullo sfondo. In alto a destra. Possiamo tornare indietro?»
Ramirez si aggiro intorno allo schermo come un moscone intorno a un mucchio di letame. Il dito tozzo premette maldestramente il pulsante di riavvolgimento e le figure cominciarono a rincorrersi all'indietro. Un altro colpo e presero a muoversi a un passo piu dignitoso.
Era dopo la cerimonia davanti al mausoleo, la gente si stava allontanando. Falcon osservo attentamente lo sfondo: il profilo frastagliato dei tetti delle cappelle di famiglia, la linea piatta delle strutture che ospitavano i loculi dove riposavano le ossa dei poveri. La videocamera comincio una lenta panoramica da sinistra a destra.
«L'ha visto?» domando Falcon, meno sicuro ora che si stava concentrando.
«Io non ho visto nulla», disse Ramirez, soffocando uno sbadiglio.
«Richiami quel giovanotto per fermare l'immagine.»
Ramirez ando a recuperare il giovane poliziotto, che fece scorrere le sequenze un'inquadratura dopo l'altra.
«Ecco», disse Falcon, «a destra in alto, contro la cappella bianca.»
«
«Lo ha colto proprio alla fine della panoramica.»
«Otto fotogrammi», annuncio il giovane poliziotto. «Vuol dire un terzo di secondo. Non so come abbia fatto a vederlo.»
«Non l'ho visto», spiego Falcon, «ha solo colto il mio sguardo.»
«Sta filmando i presenti!» Ramirez era sbalordito.
«Deve aver visto lei e la sua videocamera, Inspector, e si e ritirato dietro il mausoleo bianco», disse Falcon. «Ma quello, ne sono quasi certo, e un terzo di secondo del nostro assassino.»
Guardarono il filmato tre volte, ma non notarono null'altro. Alla sezione informatica un operatore ancora al lavoro digitalizzo le immagini della cassetta e inseri nel computer gli otto fotogrammi, seleziono l'elemento vitale e lo ingrandi. A dispetto di una certa distorsione della figura, apparve chiara la cura che quella persona aveva riservato al suo aspetto. Portava un berretto da baseball nero senza segni distintivi della marca, la visiera girata