nella posizione ore dieci in modo da poter tenere la videocamera ben ferma sull'occhio. Aveva i guanti e il collo di un maglione dolcevita che gli copriva la bocca e il naso. Era inginocchiato e il soprabito scuro arrivava fino a terra.

«Non possiamo nemmeno capire di che sesso e», si rammarico Falcon.

«Posso ripulire l'immagine» disse l'operatore. «Dovro lavorare nel weekend, ma posso farlo.»

Si fecero stampare il fotogramma e tornarono nell'ufficio di Falcon.

«Dunque, che cosa stava facendo al funerale?» si domando Falcon, sedendosi alla scrivania. «Stava filmando qualcuno in particolare o solo la scena nel suo complesso?»

«Fumava la conclusione della sua opera», suggeri Ramirez, «il bastardo morto e sepolto. Questa e la mia ipotesi.»

«Avrebbe corso un tale rischio solo per una soddisfazione personale?»

«Non era un rischio poi cosi grande, in genere non filmiamo i funerali delle vittime», obietto Ramirez.

«Potrebbe essere la fine di quel lavoro e l'inizio di un altro», disse Falcon.

«Non era questo che stava insinuando prima che arrivassimo al cimitero?»

«Non ricordo di aver insinuato niente.»

«Ha detto che una mente non disturbata avrebbe potuto diventarlo. Non e la stessa cosa?»

«Un pazzo con un movente perverso. O un pazzo perverso senza movente.»

Ramirez si guardo alle spalle, per vedere se fosse appena entrato qualcuno piu intelligente di lui.

«Ma e questo il punto, no?» riprese Falcon. «Ancora non abbiamo niente su cui costruire un'indagine.»

Attacco il fotogramma stampato alla parete.

«E come quel gioco nei giornaletti», affermo Ramirez, distendendosi sulla sedia. «Si deve indovinare l'identita di una pop star da un occhio, un naso o una bocca. I miei ragazzi pensano che io dovrei riuscirci perche sono un poliziotto, ma a quanto pare non capiscono che io non so chi siano quei tizi. Chi cazzo e Ricky Martin?»

«Il figlio di Dean Martin?»

«E chi cazzo e Dean Martin?»

La domanda fece perdere il controllo a Falcon, che fu preso da un attacco isterico. Forse era per via delle notti inquiete, degli strani sogni. Un fou rire silenzioso. Fino alle lacrime che Falcon asciugava contorcendosi sulla sedia, assalito da un'ondata di ilarita dopo l'altra. Ramirez lo fissava come un avvocato con un cliente inaffidabile chiamato a deporre in tribunale.

L'Inspector telefono agli uomini sul campo, ascolto i rapporti. Niente. Usci per la pausa del pranzo e Falcon finalmente si riprese e ando a casa, ancora stordito da quell'esplosione d'ilarita, dal fatto che fosse capitato a lui di perdere il controllo. Mangio qualcosa che Encarnacion aveva lasciato sul fornello, senza rendersi conto di che cosa fosse, poi si corico sul letto, sperando in un'ora di sonno. Si sveglio alle nove di sera nel buio pesto della sua camera, di colpo desto come se qualcuno avesse tirato qualcosa che gli annodava lo stomaco. Aveva visto gli ubriachi fare la stessa cosa, risvegliarsi all'improvviso in cella come se fossero stati scaraventati d'un tratto nella corrente della vita. Si sentiva incerto sulle gambe, aveva la lingua impastata e un brutto sapore in bocca, le membra irrigidite e le giunture bloccate.

In piedi sotto la doccia lascio che l'acqua corrente si portasse via tutto quanto, con l'impressione che la testa e le viscere fossero frullatori muniti di lame che trituravano, schiacciavano, maciullavano.

Nello spogliatoio indosso un paio di calzoni grigi e una camicia bianca che emise una sorta di crepitio mentre la infilava. Nel guardarsi allo specchio non riusci a sopportare la vista di se stesso. La camicia. Odiava quel bianco, non sopportava il… non colore. Se la strappo di dosso e, con un brivido provocato da quell'odio cosi violento, la fece volare in fondo alla stanza. Avvicinatosi allo specchio si esamino il viso, premette la pelle piu delicata sotto gli occhi, la vide raggrinzirsi ma non tornare elastica come prima. L'eta. Forse il suo interno stava riempiendosi di rughe come l'esterno? Forse nel cervello si stavano formando tante grinze, cosi che lui andava a letto amando le camicie bianche e si svegliava detestandole?

Scelse una camicia verde.

Di ritorno in camera, mentre guardava il letto disfatto e le lenzuola blu scuro, lo assali un ricordo improvviso. Ines aveva sempre voluto lenzuola bianche, ma lui non riusciva a dormirci. Un altro esempio della sua avversione per il bianco. Si erano accordati sul celeste. Falcon ebbe una curiosa percezione di se stesso come di un tipo eccentrico, simile a certi collezionisti inglesi che suo padre aveva conosciuto. No, quella era chiaramente una bugia suggerita subdolamente dal suo ego. Vide se stesso come Ines doveva averlo visto: un vecchio, con le sue manie e le sue abitudini; se non che un quarantacinquenne non poteva dirsi vecchio. Pero a quindici anni un uomo di quaranta gli pareva decrepito, i quarantenni indossavano completi, portavano il cappello e avevano i baffi… A ben pensarci, lui vestiva sempre cosi, perfino il sabato e la domenica era in giacca e cravatta. Ines aveva cercato di convertirlo alle felpe e ai jeans, alle polo con le maniche lunghe e perfino ai dolcevita, un genere che lui non riusciva assolutamente a portare. Mancanza di sostegno. A lui piacevano camicia e cravatta perche lo tenevano insieme, lo facevano sentire contenuto. Non sopportava gli indumenti larghi e sformati, gli piacevano gli abiti su misura, amava la sensazione di guscio che gli suggeriva un completo di buon taglio. Lo faceva sentire piacevolmente protetto.

Protetto da che cosa?

Di nuovo quel senso di precipitazione interiore. Questa volta, invece di liberarsene con uno scossone, cerco di esaminarlo. Era come una proiezione accelerata di un film… ma non era proprio cosi, perche non c'era un avanzamento. Anzi. Ma non era nemmeno una regressione. Una stasi. Si, era cosi. Rimase immobile mentre il passato lo raggiungeva. Il pensiero li e subito dopo svanito, simile a un frammento che precipitasse in un lampo al di la del finestrino… E da dove veniva? Frammenti che precipitavano… Il sogno riaffioro da un sonno che aveva creduto senza sogni; percio si era svegliato di soprassalto. Conosceva l'origine di quell'incubo. Aveva letto il resoconto del disastro aereo del volo 103 Pan Am, a Lockerbie, in Scozia. Un uomo si era svegliato all'improvviso in casa sua e aveva trovato in giardino una fila di passeggeri ancora sui loro sedili che… tenevano tutti le dita incrociate. Quel particolare pietoso aveva trascinato nella mente di Falcon l'orrore dell'aereo esploso in aria, un orrore che gli era rimasto dentro e che ora la memoria aveva riportato alla superficie. Lo schianto; i componenti, i meccanismi fondamentali del velivolo che volavano via al di la del finestrino, pezzi di turbina, finiture di ali… e poi scagliati fuori nelle fauci sbadiglianti della notte, a precipizio attraverso il buio sottile, la mente annichilita, solo l'istinto a lottare per ritrovare momenti meno pericolosi, le montagne russe, la montagna magica. Oh, andra tutto bene, dita incrociate. Il suolo invisibile che ti viene incontro a precipizio, il nero sempre piu nero, del genere senza stelle. Oh, Dio, il mondo capovolto, non eravamo certo fatti per questo, a che serve ora ripetersi: «Tenersi forte! Tenersi forte»? Siamo proprio in classe economica. E avremo un tale ritardo! Tutti questi pensieri — riflessioni folli, piccole battute persuasive, desiderio feroce di normalita — e intanto stiamo precipitando giu, verso l'impatto.

Che non c'era stato. Si era svegliato. Nessun impatto. Sua madre gli aveva detto… la sua prima o la sua seconda madre? Una delle due gli aveva confidato che in un incubo, finche non si urtava il suolo tutto andava bene. Ridicolo. Si era nel proprio letto. Le cose che ti fanno credere!

Si inginocchio e si allaccio le scarpe, strette, in modo che i piedi fossero al sicuro e stabili, affidabili. Non era quello il momento di ciabattare in giro nelle pantofole gialle di pelle che si era comprato perche gli ricordavano suo padre. Francisco Falcon le portava sempre quando lavorava: a piedi nudi o in pantofole, mai niente altro.

Quel riaffiorare continuo di ricordi era esasperante.

Usci dalla stanza nella galleria che si affacciava sul patio. Faceva caldo, l'aria che spirava intorno alle colonne era morbida come una ragazza che fosse venuta a dargli un bacio. Inspiro profondamente e l'aria inebriante gli riempi all'improvviso la testa del profumo delle cose ancora possibili. La pupilla nera dell'acqua ferma nella fontana del patio fissava la notte. Falcon rabbrividi. Tutte queste case guardano solo se stesse, penso. I muri le erodono. Devo uscire. Devo uscire da me stesso.

Si avvio giu per le scale, ma si volto verso la galleria, in direzione dello studio di suo padre. Il cassetto delle chiavi non c'era piu. Encarnacion. Strano, penso, un nome come quello, eppure la vedo cosi raramente. Sempre intenta ad assumere forma umana, immaginava, ma senza mai comparire. Io vedo soltanto le prove della sua attivita. Risali fino al cancello, perche aveva visto che nel lucchetto era rimasta una chiave e, appesa a un frammento di spago, un'altra. Si accarezzo il palmo della mano con i polpastrelli. Sudate. Aveva sempre avuto le mani asciutte e fresche, Ines glielo faceva notare. Quando erano amanti, gli bastava far scorrere le mani sulla sua schiena calda perche lei s'inarcasse premendo il ventre sul lenzuolo, offrendosi a lui. Quelle mani fresche e

Вы читаете L'uomo di Siviglia
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату