nero, mostruoso, silenzioso, gli metteva idee nella testa, idee terribili che Falcon non aveva immaginato di poter avere. Dovette liberarsi con uno sforzo.

«Sono della polizia», disse irrigidendosi, «cerco Eloisa Gomez.»

La ragazza, immusonita, indico con un cenno del capo un gruppo in mezzo alla piazza. Falcon usci dagli alberi, turbato nel constatare che non poteva piu fidarsi di se stesso, inquieto per l'imprevedibilita che si stava insinuando nella sua natura. Fu costretto a dirsi che lui era buono, che stava dalla parte dei buoni, perche quell'istantanea gli aveva appena rivelato che il lato oscuro del suo carattere era fremente di vita. Mentre calpestava il suolo disuguale dell'Alameda ebbe la strana idea di poter avere paura di se stesso, di cio che aveva dentro e che non conosceva. L'assassino non aveva forse fatto questo a Raul Jimenez, cioe mostrargli la cosa che aveva terrorizzato quell'uomo ogni giorno della sua vita?

Raggiunse il gruppo di ragazze in piedi di fronte a calle Vulcano, dove altre donne erano ferme sotto i lampioni della strada, gli stivali alti fino alla coscia evidenziati in controluce. Donne della fantasia, che con ogni loro gesto dicevano agli uomini di fare tutto cio che volevano tranne baciarle sulla bocca. Il gruppo si divise senza una parola e aspetto che fosse lui a parlare, perche tutte sapevano che non era un cliente. Chiese di Eloisa Gomez. Una ragazza bassa di statura, grassa, con i capelli neri tinti e una faccia gonfia disse che non l'aveva vista in giro, non si era piu vista da quando aveva preso la chiamata di un cliente la sera prima.

«Non e strano che non sia tornata qui?» domando Falcon e le ragazze si strinsero nelle spalle.

«Devi essere un poliziotto», osservo una, «sei con quel cabron che e stato qui ieri sera?»

«Sono della squadra omicidi», spiego Falcon. «Eloisa e stata con un cliente mercoledi notte, giovedi mattina. Dopo che se ne e andata l'uomo e stato assassinato.»

«Che peccato.»

Recupero il numero di Eloisa sul cellulare e lo chiamo. Nessuna risposta; lascio un messaggio, fornendo il suo numero, pregandola di mettersi in contatto. Le donne stavano li, in attesa di sviluppi interessanti, dandogli l'impressione di essere un animale dello zoo, finche una bionda dietro alle altre disse: «Se vuoi un pompino, ti facciamo il solito sconto per la polizia». Risate.

Risali calle Vulcano, lasciandosi alle spalle le ragazze, fino a calle Mata, svoltando poi in calle Relator. Stava ricordando l'ultima volta in cui era stato in quella zona, probabilmente con suo padre, perche non ci veniva mai per bere qualcosa o per una tapa. In quel quartiere della citta si trovavano ancora gli artigiani, si, ricordava un corniciaio, e anche un pittore specializzato in copie, un tipaccio scuro di pelle che, secondo suo padre, faceva uso di eroina. Come si chiamava? Era un soprannome… Lo aveva visto un'unica volta e in quell'occasione era venuto alla porta indossando soltanto un paio di mutande di raso nero. Era magro, con una muscolatura da animale selvatico. Denti grandi. L'uomo lo aveva impressionato per il fatto che non si era preso la briga di vestirsi e perche parlava con suo padre tenendo una mano infilata nelle mutande.

Attraverso calle Feria fino alla vecchia chiesa con un nome latino, Omnium Sanctorum, accanto al mercato coperto, un angolo buio e quieto, tanto che il trillo del telefonino lo fece sobbalzare.

«Diga», rispose.

Silenzio a parte un sibilo etereo.

«Diga», ripete, a voce piu alta.

La voce suono calma, sommessa, maschile.

«Dove sei?»

«Chi parla?» disse Falcon, irritato dalle persone che non dicevano il proprio nome.

«Siamo vicini?» riprese la voce e quelle due parole furono sufficienti a immobilizzare Falcon, a lasciarlo piegato, come se curvandosi potesse udire meglio.

«Non so. Lo siamo?»

«Piu vicini di quanto pensi», rispose la voce e la telefonata si interruppe. Falcon si giro di scatto, controllo ogni portone e ogni angolo di strada, il vicolo buio tra la chiesa e le vie laterali. Una coppia con un cagnolino attraverso la strada per evitarlo, probabilmente lo avevano preso per pazzo vedendolo saltare di qua e di la dietro alle ombre, come un pugile suonato.

Falcon si fermo e fisso il selciato, incerto tra due possibilita. Se l'assassino non conosceva gia Eloisa Gomez, allora aveva trovato il suo numero sul cellulare di Jimenez che aveva rubato nell'appartamento. La sera prima l'aveva chiamata e ora doveva avere il telefonino di lei… «perche ha trovato il mio numero nel messaggio. Io l'ho lasciato da poco, il che significa…» Il senso di colpa gli si installo nel petto. Quell'uomo l'aveva uccisa. Se invece conosceva gia Eloisa Gomez… il risultato non cambiava.

Ci siamo mossi malissimo, penso. Si mise a correre, tornando sull'Alameda sudato e senza fiato. Le donne lo circondarono.

«Dove abita Eloisa Gomez?» domando. «Nessuna di voi sa dove sia andata dopo che ha ricevuto quella telefonata ieri sera?»

La ragazza grassa trotterello con lui fino a una casa sulla calle Joaquin Costa, passando davanti a gruppetti raccolti nell'ombra di aree vuote e di androni, curvi su fogli di alluminio, a succhiare le cannucce di penne biro vuote e aspettare il colpo di coda del drago. Apri il portone di un vecchio edificio malandato, con l'erba e i fiori che spuntavano dalle crepe dell'intonaco. Le scale di legno non erano illuminate e puzzavano di urina. Sul pianerottolo del primo piano la ragazza indico una porta e quando Falcon, che aveva bussato, non ottenne risposta, ando a prendere una chiave di riserva dalla sua camera. All'interno nessuna traccia di Eloisa, solo un grosso panda di peluche nuovo di zecca sul divano mezzo sfondato.

«E per sua nipote», spiego la ragazza. «Sua sorella vive a Cadice.»

Il panda sedeva a braccia aperte in un gesto rigido, gli occhi stupidi e tristi, e per un attimo Falcon contemplo la propria solitudine nel muso di quel giocattolo muto. Riprovo a chiamare il numero di Eloisa Gomez e gli rispose la voce della segreteria.

«Dove si trova?» lascio come messaggio.

Forni il suo biglietto da visita alla ragazza, le raccomando le solite cose. Lei prese il biglietto con mano tremante: aveva capito.

Falcon provo rabbia per il suo fallimento. Si allontano dall'Alameda risalendo la calle Amor de Dios a passo svelto, come se sapesse dove andare, ma in realta senza una meta precisa, svoltando a sinistra e a destra nel disordine delle stradine finche non avverti odore di urina di gatti. La via si stringeva per allargarsi poi davanti a una chiesa dedicata alla Divina Enfermera. Grossi blocchi di asfalto si accumulavano in plaza de San Martin. Era stato li con suo padre quando erano andati dal pittore di falsi e, passando davanti alla chiesa della Divina Enfermera, suo padre aveva fatto una battuta volgare, mostrandogli le divine infermiere al lavoro: donne di sessantacinque anni sedute sulla soglia di casa a gambe aperte, nero corvino tra le cosce flaccide. Suo padre aveva iniziato con loro trattative interminabili a proposito di un pompino e Javier, sconvolto, non aveva resistito ed era scappato via, fermandosi in fondo alla strada sotto una pubblicita dell'amontillado fino e della manzanilla pasada su un pannello di piastrelle in ceramica.

I nomi delle vie scivolarono dietro di lui fino a San Juan de la Palma, affollata di gente che usciva dalla Cervezeria Plazoleta e beveva birra intorno alle due palme svettanti al di sopra dei lampioni. Era facile sentirsi soli a Siviglia. Passo davanti alla dimora della Duquesa de Alba. Una volta c'era stato, fermo in piedi sotto le cascate torreggianti delle buganvillee a bere nettare con il bel mondo. Cosi si sentono i vagabondi? Sto cominciando a vagabondare, a fuggire da me stesso.

Una folata di brezza gli raffreddo il velo di sudore sulla fronte. Non pensava di essere assorto nel flusso dei pensieri, eppure le parole gli fluttuavano nella mente, sbucando dal nulla, non invitate. Andropausa. Quarantacinque. Uomo maturo. Un'altra stronzata delle riviste di Manuela. No. Qui si tratta semplicemente di eta, senza mezzi termini, l'inizio strisciante della vecchiaia notato dalla mente e dal corpo, eta avanzata significa disintegrazione delle possibilita e affermazione delle probabilita, probabilita favorevoli di giorno in giorno minori: Francisco Falcon, giugno 1996.

Si mise a correre, scatto come se potesse cosi sfuggire a cio che gli stava crescendo nella testa. La gente si scostava all'avanzare sonoro dei suoi passi e quanti avevano un piu forte istinto gregario cominciarono a seguirlo, convinti che sapesse dove stava andando. Idioti, grandissimi idioti. Arrivato a calle Matahacas aveva gia venti persone dietro di se e fu allora che vide la folla materializzarsi uscendo dal buio e avverti il silenzio profondo che i sevillanos riservavano a due cose: la Virgen e los toros.

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