campo occidentale, dove crescevano le alte erbe che promettevano un buon raccolto per l’autunno. I boschi torreggiavano, cupi e misteriosi, davanti a lui. Non si volto indietro neppure una volta.

C’era buio, e silenzio, e solitudine, la tra gli alberi. Len penso, Sara cosi per molto, molto tempo, e dovro abituarmi. Quando egli raggiunse la punta tra i due fiumi, sedette al solito posto, sul vecchio tronco rugoso sul quale era stato seduto tante volte, e ascolto il concerto notturno delle rane e lo scorrere tranquillo del Pymatuning tra le rive. Il mondo sapeva d’immensita, e c’era freddo nella sua schiena, come se qualche corazza protettiva fosse stata sfilata d’un tratto dal suo corpo. Si chiese se Esau sarebbe venuto.

L’oriente impallidiva di luna, ora, e il chiarore era piu intenso a sud-est, un grigiore furtivo che lentamente si mutava in argento. Len aspetto. Non sarebbe venuto, pensava, aveva troppa paura, e lui avrebbe dovuto fare tutto da solo, quel buio e quella solitudine sarebbero stati solo per lui. Si alzo in piedi, tendendo l’orecchio, osservando il primo, minuscolo lembo di luna biancheggiare dietro gli alberi e la collina. E una voce furtiva, dentro di lui, diceva, Puoi ancora alzarti e correre a casa, e salire dalla finestra, e nessuno lo sapra mai. Si tenne stretto al vecchio ramo di un albero, per impedire al suo corpo di andarsene.

Ci fu un improvviso fruscio, e uno scalpiccio nell’oscurita degli alberi, ed Esau apparve.

Si scrutarono l’un l’altro per un momento, come due gufi, e poi si presero per le mani, e si misero a ridere.

«Una fustigazione pubblica,» disse Esau, un po’ ansante. «Una fustigazione pubblica, all’inferno. Vadano tutti all’inferno».

«Seguiremo il corso del fiume,» disse Len. «Fino a quando non troveremo una barca».

«E quando l’avremo trovata che faremo?»

«Continueremo. I fiumi incontrano altri fiumi. Ho visto la mappa, nel libro di storia. Se si percorre una distanza sufficiente, si arriva nell’Ohio, che e il fiume piu grande che ci sia nei dintorni».

Esau disse, ostinato:

«Ma perche l’Ohio? E a sud, e tutti sanno che Bartorstown si trova a ovest».

«A ovest, ma dove? L’ovest e un posto maledettamente grande. Ascolta, non ricordi le voci che abbiamo udito? La roba era sul fiume, pronta da caricare, non appena… non appena fosse accaduto qualcosa. Erano degli uomini di Bartorstown che parlavano tra loro, di cose che dovevano andare a Bartorstown. E l’Ohio scorre verso ovest. E la via principale. Dopo ci sono altri fiumi. E le barche devono andarci. Ed e per questo che anche noi andiamo da quella parte».

Esau riflette per qualche istante, e poi disse:

«Be’, d’accordo. In ogni caso, e un modo per cominciare. Inoltre, chissa? Continuo a pensare che avevamo ragione, su Hostetter, anche se lui ha mentito a quel proposito. Puo darsi che lui informi gli altri, forse parleranno di noi attraverso le loro radio, diranno che siamo fuggiti da casa per trovarli. Forse ci aiuteranno, anche quando potranno farlo senza correre rischi. Chissa?»

«Si,» disse Len. «Chissa?»

S’incamminarono insieme lungo la riva del Pymatuning, diretti a sud. La luna saliva nel cielo, dando loro la luce. L’acqua era un gorgogliare sommesso tra le rive, e le rane cantavano la loro monotona canzone, e nella mente di Len Colter il nome di Bartorstown suonava come il rintocco di una grande campana.

Libro Secondo

8.

Le scarse acque brune del Pymatuning si gettano nel Shenango, che va ad ingrossare il Mahoning, e i due fiumi, insieme, formano il Beaver. Il Beaver va a ingrossare le acque dell’Ohio, che scorre maestosamente verso ovest, per contribuire a rendere piu possente il Padre delle Acque.

Anche il tempo scorre, come i fiumi. Piccole unita si raggruppano in grandi unita, i minuti in mesi e i mesi in anni. I ragazzi diventano uomini, e le pietre miliari di una lunga ricerca si moltiplicano e vengo lasciate indietro. Ma la leggenda rimane leggenda, e il sogno sogno, scintillante, sempre piu debole, sempre piu lontano verso il tramonto.

C’era una citta chiamata Refuge, e c’era una ragazza dai capelli biondi; ed erano reali.

Refuge non era affatto simile a Piper’s Run. Era piu grande, tanto piu grande che i suoi confini premevano gia contro i limiti imposti dalla legge, ma le dimensioni non costituivano l’unica differenza. Era una questione di mentalita. Len ed Esau avevano notato la stessa mentalita in certi altri posti, durante il loro viaggio lungo le valli fluviali, in particolare nei luoghi dove, come a Refuge, le strade di terra e le vie d’acqua si incrociavano. Piper’s Run viveva e respirava con il ritmo lento e calmo delle stagioni, e anche i pensieri di coloro che vi abitavano erano calmi. Refuge ribolliva di attivita e di vita. La gente si muoveva piu in fretta, e pensava piu in fretta, e parlava piu forte, e le strade erano rumorose di notte, con un passare continuo di carrozze e carri e le voci degli scaricatori che risuonavano intorno ai moli.

Refuge sorgeva sulla riva settentrionale dell’Ohio. Il suo nome era venuto dal fatto che gli abitanti di una citta piu lontana lungo il fiume vi avevano trovato rifugio all’epoca della Distruzione. Ora era il punto d’incontro di due grandi rotte commerciali, che si stendeva fino ai Grandi Laghi, e i carri rombavano di giorno e di notte quando le strade erano praticabili, portando a sud balle di pelli, e ferro, e panni di lana, farina e formaggio. Da oriente e da occidente, lungo il fiume, scorreva dell’altro traffico, portando altre cose, rame e cuoio, sego e carne salata dalle grandi pianure, carbone e rottami metallici dalla Pennsylvania, pesce salato dall’Atlantico, barili di chiodi, fucili pregiati, carta. Il traffico fluviale si muoveva anch’esso continuamente, dalla primavera ai primi mesi d’inverno, barconi piatti, lance e rimorchiatori trascinavano lunghe file di chiatte cariche, sbuffando allegramente dai fumaioli, con un gran rumore dei motori a vapore. Erano quelli i primi motori di qualsiasi tipo che Len ed Esau avessero visto in vita loro, e inizialmente erano stati spaventati a morte dal rumore, ma ben presto si erano abituati a essi. Durante un inverno avevano lavorato in una piccola fonderia vicino alla foce del Beaver, preparando delle pentole a vapore, e pensando gia di dare un contributo essenziale alla meccanizzazione del mondo. I Nuovi Mennoniti si accigliavano, disapprovando l’uso di ogni tipo di energia artificiale, ma gli uomini dei battelli fluviali appartenevano a sette differenti, e avevano differenti problemi. Dovevano risalire il corso del fiume con pesanti carichi, lottando contro la corrente, e se potevano mettere le briglie al vapore, usandolo in motori semplici e di facile fabbricazione, questo era un grosso aiuto, ed erano disposti anche ad aggirare certi problemi etici per riuscirci.

Sul lato del fiume che dava nel Kentucky, proprio di fronte, c’era un posto che si chiamava Shadwell. Shadwell era molto piu piccolo di Refuge, e molto piu recente, ma si stava ingrandendo cosi in fretta che anche Len ed Esau poterono vedere la differenza, dopo appena un anno di soggiorno. Gli abitanti di Refuge non apprezzavano molto Shadwell, che era nato solo perche i mercanti avevano cominciato a salire dal sud con zucchero e cotone e tabacco, attirati dal commercio intenso e fruttuoso che si svolgeva nei mercati di Refuge. Un paio di baracche provvisorie erano state erette dai mercanti, e poi un molo era sorto sulla riva del fiume, e due case di transito erano state frettolosamente costruite tra le baracche e il molo, e un grande capannone per depositare le merci… e cosi, prima che qualcuno avesse potuto rendersene conto, era diventato un villaggio, con magazzini e case e depositi, e un nome proprio, e una popolazione in costante aumento. E Refuge, che era gia ai limiti di popolazione e di sviluppo permessi dalla legge, era rimasto a osservare acidamente tutto il commercio in sovrappiu, quello che per mancanza di strutture non poteva affrontare, incanalarsi nei mercati di Shadwell.

C’erano pochi Amish o Mennoniti a Refuge. Gli abitanti appartenevano prevalentemente alla Chiesa della Santa Riconoscenza, e si chiamavano Kelleriti, dal nome di James P. Keller, fondatore della setta. Len ed Esau avevano scoperto che c’erano pochissimi Mennoniti nei centri che vivevano sul commercio piu che sull’agricoltura. E poiche essi avevano tagliato i ponti con la loro comunita, e non avevano alcun desiderio di rivelare la loro origine, o di ritornare a Piper’s Run, gia dai primi tempi avevano abbandonato l’abito caratteristico della fede della loro adolescenza, adottando i vestiti molto piu semplici e anonimi delle cittadine fluviali. Portavano i capelli corti, e il mento rasato, perche tra i Kelleriti c’era l’usanza, per gli uomini, di radersi la barba fino a quando rimanevano celibi, e di farsela crescere dopo sposati: una barba fluente era un segno che distingueva l’uomo sposato in maniera molto piu definitiva di un anello, che si poteva togliere o mettere a volonta. Tutte le domeniche andavano regolarmente nella Chiesa della Santa Riconoscenza, e partecipavano alle devozioni quotidiane della famiglia che li ospitava, e qualche volta si dimenticavano perfino di non essere sempre stati Kelleriti.

A volte, pensava Len, essi dimenticavano perfino quale motivo li aveva spinti in quel luogo, e quello che stavano cercando. E per ricordare egli riandava col pensiero alla notte durante la quale aveva aspettato Esau sulla punta di terra che dominava il Pymatuning, e a tutto quello che era accaduto prima di quel momento, e che lo aveva portato la, ed era abbastanza facile ricordare le sensazioni fisiche, l’aria fredda e il profumo delle foglie, le frustate, e l’espressione del volto di papa quando aveva sollevato la cinghia e l’aveva calata su di lui, sibilante e dolorosa. Ma l’altra parte, quella che aveva vissuto dentro, era piu difficile da richiamare alla memoria. A volte ci riusciva solo compiendo uno sforzo intenso. Altre volte non ci riusciva affatto. E in altre occasioni… che erano le peggiori… quello che lui aveva provato al pensiero di lasciare la propria casa per andare a cercare Bartorstown gli sembrava una cosa assurda e infantile. Rivedeva la sua casa e la sua famiglia con chiarezza cristallina, e questa chiarezza gli produceva un dolore intenso, e lui pensava: Ho gettato via tutte queste cose per un nome, una voce nell’aria, ed eccomi qui, e sono un vagabondo senza casa, e dov’e, dov’e Bartorstown? Aveva scoperto soltanto che il tempo poteva essere un traditore, e che i pensieri erano come vette di montagna, una forma diversa da ogni lato, che cambiava quando ci si muoveva.

Il tempo aveva giocato un altro tiro. Lo aveva fatto crescere, e gli aveva dato molte preoccupazioni nuove, che lui non aveva mai conosciuto prima.

Una di queste era la ragazza dai capelli biondi.

Era una sera di mezzo giugno, calda e afosa, e il sole al crepuscolo era stato inghiottito da una nera voragine di nubi temporalesche. Le due candele sulla tavola bruciavano diritte, senza che dalle finestre aperte giungesse il minimo alito d’aria a muoverle. Len sedeva con le mani giunte e il capo chino, e guardava i resti di un budino di latte. Esau sedeva alla sua destra, nello stesso atteggiamento. La ragazza dai capelli biondi sedeva di fronte a loro; si chiamava Amity Taylor, e suo padre stava rendendo grazie dopo il pasto, seduto a capotavola, e di fronte a lui la madre della ragazza ascoltava con reverenza.

«…stendi il manto della Tua misericordia per ripararci nel giorno della Distruzione…»

Amity guardo, di sotto l’ombra delle sue lunghe ciglia, alla luce delle candele, prima Len e poi Esau.

«…i nostri ringraziamenti per l’abbondanza senza limiti della Tua benedizione…»

Len senti lo sguardo della ragazza su di se. La sua pelle era sensibile e fragile a quel tocco impalpabile, e cosi, senza neppure sollevare lo sguardo, seppe con certezza che lei lo stava fissando. Il suo cuore comincio a battere piu forte. Si senti il viso infuocato. Le mani di Esau erano sulla sua linea di visione, congiunte tra le ginocchia. Vide che quelle mani si muovevano e si irrigidivano, e capi che Amity aveva guardato anche Esau, e si senti ancora piu infiammato, pensando al giardino e al luogo ombroso sotto il cespuglio di rose.

Il giudice Taylor non avrebbe mai smesso di parlare?

Finalmente arrivo l’«Amen,» soffocato dalla voce piu cupa e profonda del tuono. In fretta, penso Len, bisogna fare in fretta con i piatti, altrimenti non ci sara nessuna passeggiata in giardino.

Per nessuno. Balzo in piedi, quasi rovesciando la sedia sul pavimento, ed Esau balzo in piedi a sua volta, e i due giovani cominciarono a raccogliere i piatti dalla tavola precipitosamente, tanto da intralciarsi. Dall’altro lato della luce delle candele, Amity stava lentamente mettendo una tazza sull’altra, e sorrideva.

La signora Taylor ando in cucina, portando i due vassoi. Sulla porta del corridoio, il giudice pareva diretto nel suo studio, come sempre faceva dopo le ultime preghiere. Esau si volse, improvvisamente, e lancio a Len uno sguardo pieno di collera, e bisbiglio:

«Non ti immischiare!»

Amity s’incammino verso la cucina, tenendo in equilibrio tra le mani la pila delle tazze. I capelli biondi le scendevano sulla schiena in una grossa treccia. Indossava un vestito di cotone, grigio,

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