«Be’, allora fa’ presto a mettertela. Esau vuole che tu gli faccia da testimone».

Len borbotto qualcosa, tra i denti, sull’inutilita di certe cerimonie, soprattutto tardive, ma si affretto a lavarsi, e a radersi, e a indossare la camicia pulita, e usci con Hostetter, diretto alla casa di Sherman. Il villaggio pareva calmo e silenzioso, e c’erano poche persone per le strade. Ebbe l’impressione di essere osservato dalle finestre delle case, ma non espresse questa idea ad alta voce.

Il matrimonio fu breve e semplice. Amity indossava un abito che qualcuno doveva averle prestato. Aveva un aspetto compiaciuto. Esau non aveva un aspetto particolare: era la, e basta. Il ministro era un uomo giovane e piccolo, e aveva l’abitudine fastidiosa di alzarsi sulla punta dei piedi come se stesse cercando di stirarsi per diventare piu alto. Sherman, sua moglie e Hostetter rimasero in disparte, a osservare. Quando la cerimonia fini, Mary Sherman abbraccio Amity, e Len strinse piuttosto rigidamente la mano a Esau, sentendosi molto stupido. Stava per andarsene, ma Sherman disse:

«Se non vi dispiace, vorrei che rimaneste un poco. Tutti voi».

Si trovavano in una stanza piccola. Sherman la attraverso, e apri una porta che dava nel soggiorno, e Len vide che c’erano sette od otto uomini, in attesa.

«Non vi e niente di cui preoccuparsi,» disse Sherman, indicando loro di passare nell’altra stanza. «Quelle tre sedie, la, alla tavola… bene. Sedetevi. Desidero che parliate con queste persone».

Sedettero, l’uno vicino all’altro, allineati. Sherman sedette vicino a loro, e accanto a Sherman si mise Hostetter, e gli altri si affollarono intorno alla tavola. C’erano penne e carta e qualche altra cosa, e al centro un grosso canestro con il coperchio abbassato. Sherman presento gli uomini, ma Len non riusci a ricordare i nomi, a parte quelli di Erdmann e Gutierrez, che conosceva gia dalla sera prima. Erano tutti di mezza eta, e avevano lo sguardo penetrante, e sembravano persone abituate a esercitare una certa autorita. Furono tutti molto cortesi con Amity.

Sherman disse:

«Questa non e una inquisizione, o cose del genere: siamo tutti, semplicemente, molto interessati. Quando avete sentito parlare per la prima volta di Bartorstown? Cosa vi ha deciso a venire qui, con tanta determinazione? Come e cominciata la faccenda, e che cosa vi e accaduto a causa della vostra decisione? Puoi cominciare tu, Ed? Credo che tu abbia vissuto la cosa dall’inizio».

«Ebbene,» disse Hostetter. «Io credo che tutto sia cominciato quella notte, quando Esau rubo la radio».

Sherman si volto a fissare Esau, che parve molto a disagio.

«Probabilmente ho fatto qualcosa di male, ma allora ero soltanto un ragazzo. E avevano ucciso quell’uomo, solo perche dicevano che veniva da Bartorstown… e stata una notte terribile. E io ero curioso».

«Continuate,» disse Sherman, e tutti si protesero verso di lui, visibilmente interessati. Esau continuo a narrare la storia, e ben presto Len fu chiamato a intervenire, e i due giovani parlarono della predica, e della lapidazione di Soames, e di come la radio fosse diventata per loro una vera e propria fissazione. E con l’aiuto di Hostetter, che si inseriva nei momenti dubbi, o fondamentali, e con Sherman o uno degli altri uomini che rivolgevano a volte delle domande, ben presto essi narrarono l’intera storia, fino al momento in cui Hostetter e i barcaioli li avevano salvati dal fumo e dall’ira di Refuge. Amity aveva qualcosa da aggiungere, a sua volta, e le sue descrizioni furono di indubbia efficacia. Quando ebbero finito, parve a Len che avessero affrontato troppe difficolta, troppi pericoli e troppe avventure, per quello che avevano infine trovato una volta arrivati alla citta dei loro sogni; ma questo non lo disse.

Sherman si alzo, e apri un’altra porta, che si trovava dalla parte opposta della stanza. C’era una stanza piena di apparecchiature, la, e un uomo che sedeva al centro di quelle apparecchiature, con una cosa dall’aria buffa sulla testa. Tolse lo strano oggetto, e Sherman domando:

«Tutto bene?»

L’uomo annui.

«Tutto bene».

Sherman chiuse di nuovo la porta, e si volto.

«Ora vi posso dire che avete parlato a tutto Fall Creek, e Bartorstown». Sollevo il coperchio del canestro, e mostro cosa c’era all’interno. «Questi sono dei microfoni. Ogni parola che avete detto e stata raccolta e trasmessa». Lascio cadere di nuovo il coperchio, e li guardo negli occhi, uno dopo l’altro. «Volevo che tutti ascoltassero la vostra storia, narrata con le vostre parole, e mi e parso questo il modo migliore. Avevo paura che, mettendovi su un palco, con quattrocento persone intente a fissarvi, sareste rimasti muti e paralizzati. Cosi ho fatto questo».

«Oh, santo cielo,» esclamo Amity, e si copri la bocca con le mani.

Sherman guardo gli altri uomini.

«Davvero una storia fantastica, no?»

«Sono giovani,» disse Gutierrez. Pareva malato, malatissimo, e la sua voce era debole, ma sempre scontrosa. «Possiedono fede e fiducia».

«Lasciamo che la conservino,» disse Erdmann, in tono stridulo. «Per l’amor di Dio, che almeno qualcuno la conservi!»

Gentile, paziente, Sherman disse:

«Avete entrambi bisogno di riposo. Volete fare un grande favore a tutti? Andate a riposare, adesso».

«Oh, no,» disse Gutierrez. «Non lo farei per niente al mondo. Non posso perdere questo spettacolo. Voglio vedere i loro volti splendere, quando vedranno per la prima volta la citta fatata».

Guardando i microfoni, Len disse:

«Avete detto che c’era una ragione per cui avevate deciso di lasciarci venire qui. E questa?»

«In parte,» disse Sherman. «La nostra gente e umana. La maggior parte di noi non ha contatti diretti con il lavoro principale, e cosi non si sente importante, ne direttamente interessata. I nostri vivono un’esistenza da reclusi, qui. Comincia a serpeggiare il malcontento. La vostra storia e un potente strumento per ricordare com’e la vita fuori da qui, e per quale motivo noi dobbiamo portare avanti cio che stiamo facendo. La vostra storia e anche un grande motivo di speranza, per noi e per tutti».

«In qual modo?»

«Serve a dimostrare che ottant’anni di controllo rigoroso e assoluto non sono riusciti a sradicare dal mondo l’antica arte del libero pensiero».

«Sii sincero, Harry,» disse Gutierrez. «Nella nostra decisione hanno avuto peso soprattutto i motivi sentimentali».

«Puo darsi,» ammise Sherman. «Sarebbe stato un tradimento verso ogni cosa nella quale crediamo, verso tutto cio che desideriamo simboleggiare, se vi avessimo lasciati impiccare perche avevate creduto in noi. Per lo meno, a Fall Creek tutti la pensavano cosi».

Li guardo, pensieroso.

«Forse e stata una decisione stupida e avventata. Nessuno di voi potra, molto probabilmente, contribuire al nostro lavoro, e voi costituite un problema sproporzionato alla vostra importanza personale. Siete i primi stranieri che abbiamo accettato tra noi, da piu anni di quanti ne possa ricordare. Non possiamo lasciarvi andare. Non vogliamo essere costretti a fare cio che ho detto ieri sera, come minaccia. Cosi dovremo fare molta fatica, e avere molta pazienza, e sforzarci, piu di quanto ci sia mai capitato di sforzarci per uno dei nostri, affinche voi siate perfettamente integrati nel tessuto della nostra esistenza, dei nostri pensieri, della nostra meta particolare. Se non vogliamo sorvegliarvi per tutta la vita, se non vogliamo destinare gran parte del nostro tempo a tenervi d’occhio, dobbiamo riuscire a trasformarvi in veri cittadini di Bartorstown, degni della nostra piena fiducia. E questo, praticamente, significa una completa rieducazione».

Diede un’occhiata penetrante e ironica a Hostetter.

«Lui ha giurato che ne valete la pena. Spero che abbia ragione».

Si chino, allora, e strinse la mano ad Amity.

«Grazie, signora Colter, ci siete stata di grande aiuto. Non credo che trovereste molto interessante la passeggiata che stiamo per fare, cosi perche non vi fermate a fare colazione con mia moglie? Ne sarebbe felicissima, e potrebbe aiutarvi in molte cose».

Accompagno Amity alla porta, senza curarsi delle occhiate che la giovane donna lanciava intorno, evidentemente confusa, e l’affido a Mary Sherman, una donna che pareva avere la virtu di trovarsi sempre dove si aveva bisogno di lei, e di sparire silenziosamente quando la sua utilita era apparentemente cessata.

La porta si chiuse, e Amity, accompagnata da Mary Sherman, scomparve dietro di essa.

Allora Sherman ritorno indietro, avvicinandosi alla tavola, e rivolse un breve cenno a Len e a Esau.

«Bene,» disse. «Andiamo».

«A Bartorstown?» domando Len.

E Sherman rispose:

«A Bartorstown».

21.

La spiegazione era semplice, quando la si conosceva. Cosi semplice, che Len si rese conto che non c’era da meravigliarsi di non averla indovinata. Sherman li guido, risalendo la gola, oltre il pendio della miniera, fino all’altro lato della piccola diga. Con loro c’erano Gutierrez, Erdmann e Hostetter, e altri due uomini, tra quelli presenti alla riunione. Gli altri se ne erano andati, chiamati dai loro lavori in qualche altro posto. Il sole era caldo, laggiu, sul fondo della valle, e la polvere era secca. L’aria sapeva di polvere e di legno e di aghi di pino e di muli. Len diede un’occhiata a Esau. Il suo viso era pallido e teso, e i suoi occhi vagavano incerti, come se egli non avesse voluto vedere quello che appariva davanti a lui. Len capiva quello che suo cugino provava. Quella era la fine, la solida, inesorabile verita, la fine del sogno. Avrebbe dovuto provare un senso di eccitazione, e di sgomento, e di apprensione. Avrebbe dovuto sentire qualcosa. Ma non sentiva niente. Aveva gia consumato tutti i sentimenti del suo spirito, e adesso era soltanto un uomo, un uomo che camminava.

Salirono per il pendio abbandonato che era stato invaso dalle rocce. Camminarono tra le rocce, sotto il sole caldo, fino all’apertura sul fianco della montagna. C’era un cancello di legno, scolorito e vecchio ma in buone condizioni, e un cartello sul quale c’erano queste parole: PERICOLO — GALLERIA MINERARIA NON SICURA — CADUTA MASSI — TENERSI LONTANI.

Il cancello era chiuso. Sherman lo apri, ed entrarono, e subito dopo il cancello venne richiuso.

«Serve a tenere fuori i bambini,» disse. «Sono gli unici di cui dobbiamo preoccuparci.»

Dentro la galleria, per quanto lasciava scorgere la luce del sole, c’era una massa di rocce franate sul pavimento, e un’aria pericolante nelle pareti e nella volta, e l’aspetto generale era di completo abbandono. Le assi di sostegno erano marcite e rotte, e qualche puntello della volta pendeva spezzato. Non era un posto che invitasse a entrare. Sherman spiego che tutte le miniere avevano delle gallerie abbandonate, e che nessuno vedeva niente di strano in una faccenda normalissima.

«Questa galleria, naturalmente, e perfettamente sicura. Ma la messa in scena e convincente.»

«Troppo convincente,» disse Gutierrez, incespicando. «Un giorno o l’altro mi rompero una gamba.»

La luce comincio a stemperarsi nell’oscurita, e la galleria giro verso sinistra. Improvvisamente, senza alcun preavviso, un’altra luce si accese davanti a loro. Era bluastra e molto brillante, dissimile da qualsiasi altra luce che Len avesse mai visto, e in quel momento, per la prima volta dal suo arrivo a Fall Creek, l’eccitazione ritorno ad agitarsi dentro di lui, quell’eccitazione di cui solo pochi istanti prima si era ritenuto incapace. Senti che Esau tratteneva il respiro, e diceva, ’Elettricita!’, e quella magica parola parve riecheggiare nell’antica volta. Ora la galleria era liscia e diritta e agevole; nessun ostacolo ingombrava la strada. Avanzarono rapidamente, e oltre la luce Len vide una porta.

Si fermarono davanti a essa. La luce era sopra di loro, adesso. Len cerco di guardarla direttamente, e fu costretto a battere le palpebre, come di fronte alla luce del sole.

«Non e splendido?» bisbiglio Esau. «E proprio come ci diceva la nonna, non e vero?»

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