trovarsi di fronte a una spaventosa rivelazione, immobile sul ciglio di un abisso oscuro, pauroso e insondabile; lo capi dai volti tesi e attenti degli uomini, e dal modo in cui la domanda di Esau parve ondeggiare, vibrante e sospesa nell’aria, e le sue eco non si spensero per molto, molto tempo.

«Be’,» disse Sherman, in tono gentile, discorsivo, e gli occhi di Hostetter brillavano, penetranti e angosciati, nella luce. «Vedete, noi usiamo l’uranio.»

E il momento passo, e la voragine si spalanco, nera e vasta come la perdizione, e Len mando un grido, forse, ma il grido fu risucchiato dalla vibrazione e dal silenzio, fino a quando non giunse alle sue orecchie come un bisbiglio, il fantasma di un bisbiglio:

«Uranio. Ma era… era…»

La mano di Sherman si alzo, e indico il punto dove la massa di cemento si alzava e si congiungeva a un grande muro spesso.

«Si,» disse. «L’energia atomica. Quella parete di cemento e il rivestimento esterno dello scudo. Dietro c’e il reattore.»

Ancora silenzio, eccettuata la vibrazione pulsante di quella grande voce che non si quietava mai. La parete di cemento pareva torreggiare come le porte dell’inferno, e il cuore di Len rallento i battiti, e il sangue in tutto il suo corpo si fece freddo come acqua di neve.

Dietro c’e il reattore.

Dietro c’e il male, e la notte, e il terrore, e la morte.

Una voce gridava nelle orecchie di Len, la voce del predicatore, ritto sull’orlo del carro, con le scintille che volavano dietro le sue spalle nel vento della notte… Essi hanno liberato il sacro fuoco che Io soltanto, il Signore Geova, posso toccare… e Dio disse… Che essi si purifichino dei loro peccati…

La voce di Esau parlo, stridula, in tono di diniego:

«No. Non rimane piu niente del genere nel mondo.»

Che si purifichino, disse il Signore, ed essi furono mondati. Vennero arsi col fuoco che essi avevano creato, si, e le loro torri superbe svanirono nel grande fuoco della collera di Dio, e i luoghi d’iniquita vennero distrutti…

«E una menzogna,» disse Esau. «Non esiste piu niente del genere, dal tempo della Distruzione.»

Essi erano stati mondati. Ma non completamente…

«Non e una menzogna,» disse Len. Indietreggio, lentamente, dall’immota parete di cemento. «L’hanno salvato, ed e qui.»

Esau gemette. Emise un suono strano, come il pianto strozzato di un bambino, volto le spalle al cemento, e si mise a correre.

Hostetter lo afferro, muovendosi velocemente. Lo costrinse a voltarsi, e Sherman gli afferro l’altro braccio, e lo tennero stretto, e Hostetter disse, in tono rude e severo:

«Non muoverti, Esau.»

«Ma mi brucera!» pianse Esau, pallido, con gli occhi sbarrati. «Mi brucera dentro, e il mio sangue diventera bianco, e le mie ossa marciranno, e io morro!»

«Non fare lo stupido,» ringhio Hostetter. «Vedi bene che non ha fatto del male a nessuno di noi.»

«Ha diritto di avere paura, Ed,» disse Sherman, in tono piu gentile. «Tu dovresti conoscere i loro insegnamenti, molto meglio di me. Concedi loro un’opportunita. Ascoltate, Esau. Voi pensate alla bomba. Questa non e una bomba. Non fa del male. Abbiamo vissuto con il reattore per quasi cento anni. Cento anni, un secolo: non puo esplodere, e non puo bruciare. Il cemento elimina il pericolo, lo rende sicuro. Guardate!»

Lascio andare Esau, e si avvicino al cemento, e appoggio le mani su di esso.

«Vedete? Non c’e niente da temere, qui.»

E il diavolo parla con la lingua degli stolti e dei pazzi, e opera con le mani degli audaci. Padre, perdonami, non sapevo!

Esau si passo la lingua sulle labbra. Respirava affannosamente.

«Andate a farlo anche voi,» disse a Hostetter, come se Hostetter fosse stato di carne diversa da quella di Sherman, essendo stato parte del mondo che Esau aveva conosciuto, e non solo delle anime dannate di Bartorstown.

Hostetter scrollo le spalle. Si avvicino alla parete di cemento, e appoggio le mani sullo scudo.

E voi, penso Len. Ecco che cosa non volevate dirmi, quale segreto non volevate rivelarmi, perche non avevate fiducia in me.

«Be’,» disse Esau, rosso in viso, esitante, sudato, con il corpo tremante come quello di un cavallo spaurito, ma ormai al di la del primo impeto di fuga. Ora non voleva piu fuggire, restava dov’era, ricominciava a pensare. «Be’…»

Len strinse i pugni di ghiaccio, e guardo Sherman, in piedi davanti allo scudo.

«Non c’e da meravigliarsi che abbiate tanta paura,» disse, con una voce che non pareva piu la sua. «Non c’e da meravigliarsi che fuciliate coloro che vogliono andarsene. Se qualcuno uscisse da qui, e dicesse quello che avete in questo luogo, le masse si solleverebbero e verrebbero a cercarvi, a stanarvi e a farvi a pezzi, e non ci sarebbe al mondo una montagna abbastanza grande da nascondervi.»

Sherman annui.

«Si. E cosi.»

Len si volse a fissare Hostetter.

«Perche non ci avete parlato di questo, prima che venissimo qui?»

«Len, Len,» disse Hostetter, scuotendo la testa. «Non volevo che voi veniste, e lo sai bene. E ho cercato di avvertirvi entrambi, in ogni modo che mi e stato possibile.»

Sherman lo stava osservando, con occhi socchiusi, e non perdeva nessun gesto, nessuna espressione, in attesa di vedere cosa avrebbe fatto. Tutti stavano guardando, Gutierrez con una mescolanza di stanchezza e commiserazione, Erdmann con visibile imbarazzo, ed Esau era in mezzo a loro, come un grosso bambino spaurito. Lui si accorse, confusamente, che tutto questo obbediva a un piano, e che essi volevano sapere quali parole avrebbe pronunciato, quali sensazioni avrebbe provato, nel momento della rivelazione. E in un improvviso, impetuoso rigetto di tutte le speranze e dei sogni e dei desideri dell’infanzia, della ricerca e della fede, egli grido a tutti loro:

«Bruciare il mondo una volta non e stato sufficiente? Perche volete tenere in vita questo orrore?»

«Perche,» disse Sherman, con calma, «Non spettava a noi distruggere quello che abbiamo. E perche distruggere queste cose e la reazione dei bambini, la reazione degli uomini che hanno bruciato Refuge, la reazione di coloro che hanno approvato il Trentesimo Emendamento. Si tratta solo di un’evasione della realta, di una fuga dalle responsabilita. Nessuno puo distruggere la conoscenza. La si puo calpestare, e bruciare, e proibire, ma in qualche modo, in qualche luogo, essa sopravvivera sempre.»

«Si,» ribatte Len, amaramente, «Fino a quando ci saranno degli uomini abbastanza pazzi da mantenerla in vita. Io volevo che ritornassero le citta, e vero. Volevo le cose che possedevamo un tempo, e pensavo che fosse stupido avere paura di qualcosa che era scomparso da molti, molti anni. Ma non avrei mai sognato che l’orrore fosse ancora vivo, che non se ne fosse andato completamente dal mondo…»

«Cosi ora voi pensate che gli uomini che hanno ucciso Soames avessero ragione, e che coloro che hanno ucciso il vostro amico Dulinsky e bruciato un paese abbiano agito bene?»

«Io…» Le parole si fermarono, nella gola di Len, e poi egli grido, «Non e giusto chiedermi questo! Non c’era l’energia atomica a Refuge!»

«Va bene, allora,» disse in tono conciliante Sherman. «Cerchiamo di esporre la cosa in un modo diverso. Supponiamo che Bartorstown venga distrutta, con tutti i suoi abitanti. Come potreste essere sicuro che in qualche parte del mondo, nascosta sotto qualche altra montagna, non esista un’altra Bartorstown? E come potreste essere sicuro che qualche dimenticato professore di fisica nucleare non abbia nascosto i suoi libri di studio… mi avete detto che ne esisteva uno anche a Piper’s Run. Moltiplicate questa possibilita per il numero dei libri che devono essere rimasti nel mondo. Vi sembra possibile distruggerli tutti?»

Esau disse, lentamente:

«Len, ha ragione.»

«Un libro,» disse Len, provando il senso del cieco terrore, avvertendo la presenza oscura della Bestia in agguato dietro la parete di cemento. «Un libro, si, ne avevamo uno, ma non ne conoscevamo il significato. Nessuno poteva comprendere.»

«Qualcuno, in qualche parte del mondo, sarebbe riuscito a capirne il significato, prima o poi. E ricordate un’altra cosa: i primi uomini che scoprirono il segreto dell’energia atomica non erano guidati da nessun libro. Non sapevano neppure che la cosa fosse possibile, non avevano nessuna luce a guidarli. Avevano soltanto la loro intelligenza, e la loro volonta, e la loro curiosita. Non potete distruggere neppure tutti i cervelli del mondo.»

«Va bene,» grido Len, intrappolato in un angolo, privo di ogni possibilita di scampo. «Se non e questa la via da seguire, quale altra via rimane?»

«La via della ragione,» disse Sherman. «E ora vi posso dire per quale motivo Bartorstown e stata costruita.»

22.

C’erano tre livelli, a Bartorstown. Essi salirono in quello di mezzo, sotto i laboratori e sopra la caverna dove il male antico si nascondeva dietro la sua tana di cemento. Len camminava davanti a Hostetter, e gli altri erano intorno a lui, Esau ancora scosso da un tremito nervoso, e sudato, gli uomini di Bartorstown silenziosi e gravi. E la mente di Len era una distesa di oscurita selvaggia, come un cielo notturno senza stelle.

Stava fissando un’immagine. L’immagine si trovava su di un lungo pannello di vetro curvo, piu alto di un uomo e illuminato dall’interno, e l’immagine appariva reale, dotata di prospettiva e profondita e distanza, e colori, e ogni minimo particolare era netto, facile da distinguere. Era un’immagine terribile. Raffigurava una desolazione arsa e frantumata, nella quale si ergeva soltanto un piccolo edificio solitario, inclinato, come se fosse stato molto stanco, e avesse voluto crollare.

«Voi parlate della bomba e di quello che ha fatto, ma non l’avete mai vista,» disse Sherman. «Gli uomini che costruirono Bartorstown l’avevano vista, invece, e ne avevano visto gli effetti… loro, o i loro padri. Era una realta, una cosa del loro tempo. Posero questa immagine qui, al centro di questa sala, perche la sua visione ricordasse sempre una cosa… che essi non avrebbero mai, mai dovuto dimenticare il loro lavoro. In questa immagine vedete gli effetti della prima bomba atomica. Le rovine sono quelle della citta di Hiroshima. Ora procedete, dietro l’angolo della parete.»

Obbedirono, e Gutierrez era gia davanti a loro, e camminava a testa bassa.

«Le ho gia viste troppe volte,» disse. Scomparve attraverso una porta che si apriva dall’estremita di un ampio, breve corridoio, sulle cui pareti c’erano numerose immagini. Erdmann fece per seguirlo, esito, e poi rimase con gli altri. Neppure lui guardo le immagini.

Sherman le guardo, invece, e disse:

«Queste sono fotografie. Raffigurano persone sopravvissute a quel primo bombardamento… se possiamo usare il termine ’sopravvissute’, nel loro caso.»

Esau borbotto:

«Gesu Benedetto!» Comincio a tremare piu violentemente, e muoveva la testa in modo strano, osservando le fotografie con brevi sguardi furtivi, come se avesse voluto vedere il meno possibile.

Len non disse niente. Fisso Sherman duramente, con occhi accusatori, e Sherman disse:

«In quei tempi, il problema della bomba era molto, molto sentito, perche la gente viveva sotto l’ombra di esso. In quelle vittime, la gente di allora vedeva i propri cari, le proprie famiglie. C’era un desiderio generale… tutti volevano che non vi fossero altre vittime, ne altre Hiroshima, e sapevano che vi era un solo mezzo per raggiungere questo scopo.»

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