«Mi dispiace. Immagino che fosse tutto vero. Ma e per questo che Sherman vi ha fatto raccontare tutto alla radio… per farlo sentire a noi. Propaganda.» Aggiunse, nel tono di chi la sa lunga, «Scommetto che e stato per questo motivo che vi hanno lasciato entrare qui… per fare vedere a tutti noi, tangibilmente, quanto siamo fortunati.»
Len disse, a bassa voce:
«Non lo siete, forse?»
«Oh, si,» disse Joan. «Si, siamo molto fortunati. Abbiamo tanto di piu della gente che vive nel mondo esterno. Non nella vita di ogni giorno, naturalmente. Anzi, non abbiamo altrettanto, per quanto riguarda cose come il cibo e come la liberta. Ma abbiamo Clementina, e lei compensa tutto. Vi e piaciuto il viaggio nel Buco?»
«Il Buco?»
«E il nome che alcuni di noi hanno dato a Bartorstown.»
Il suo tono di voce e il suo modo di fare lo avevano messo a disagio. Disse:
«Sara meglio che entri, adesso,» e sali un altro gradino.
«Spero che vi sia piaciuto,» disse lei. «Spero che vi sia piaciuta questa gola, e Fall Creek. Perche non vi lasceranno uscire mai piu.»
Penso a quello che aveva detto Sherman. Non biasimava Sherman, per questo. Lui non aveva alcuna intenzione di andarsene. Ma la cosa non gli piaceva ugualmente.
«Un giorno o l’altro, impareranno ad avere fiducia in me,» disse.
«Mai.»
Non voleva discutere con lei.
«Be’, credo comunque che rimarro qui per un po’ di tempo,» disse, in tono leggero. «Dopotutto, ho passato meta della mia vita nel tentativo di venire qui.»
«Perche?»
«Voi siete una ragazza di Bartorstown. Dovreste conoscere gia la risposta.»
«Perche volevate imparare. E vero, lo avete detto anche stamattina. Volevate imparare, e nessuno ve lo permetteva.» Fece un gesto ironico, che comprendeva l’intera gola. «Andate. Imparate. Siate felice.»
La prese per le spalle, allora, l’attiro piu vicina, in modo da vedere il suo viso nel chiarore che giungeva dalle finestre.
«Che cosa avete?»
«Penso soltanto che voi siete pazzo, ecco tutto. Avere a propria disposizione tutto il mondo, e gettarlo via per questo!»
«Che io sia dannato,» disse Len. La lascio andare, e si mise a sedere sul gradino, e scosse il capo. «Che io sia dannato. Ma Bartorstown non piace proprio a nessuno, allora? Ho l’impressione di avere udito piu lamentele da quando sono arrivato qui, di quante ne abbia udite in tutta la mia vita precedente.»
«Quando avrete vissuto un’intera vita qui,» disse lei, in tono amaro, «Capirete. Oh, alcuni, tra gli uomini, escono, certo. Ma la maggioranza rimane qui. La maggioranza non vede mai niente, all’infuori delle pareti di questa gola. E anche gli uomini devono sempre ritornare. E come dice il vostro amico. Dovete essere un fanatico, per pensare che valga la pena di fare tutto questo.»
«Io ho vissuto la fuori,» disse Len. «Io penso a quello che e oggi, e a quello che potrebbe essere, se…
«Se Clementina dara la risposta giusta, un giorno. Certo. Ormai e passato quasi un secolo, e non sono piu vicini alla soluzione di quanto non fossero all’inizio, ma dobbiamo essere tutti pazienti, e devoti, e pieni di dedizione al lavoro… dedizione a che cosa? A quel maledettissimo cervello meccanico, che se ne sta acquattato laggiu, sotto una montagna, e deve essere trattato con tutto l’amore possibile, come se fosse Dio!»
Si chino su di lui, improvvisamente, protendendo il viso, nel vago riverbero delle finestre.
«Io non sono fanatica, Len Colter. Se volete parlare con qualcuno, ricordatevelo.»
Poi se ne ando, dietro l’angolo della casa, correndo. Len senti aprirsi una porta da qualche parte, sul retro. Si alzo in piedi, lentamente, e sali i gradini, ed entro lentamente nella casa, e consumo la cena alla tavola di Wepplo. E non udi quasi niente, delle conversazioni che si svolsero intorno a lui.
24.
Il mattino dopo, Len ed Esau vennero convocati di nuovo a casa di Sherman, e questa volta Hostetter non ando con loro. Sherman stava dall’altra parte della grande tavola, nel soggiorno, e teneva due chiavi nelle mani.
«Vi ho detto che non avrei cercato di forzarvi la mano, e intendo mantenere la promessa. Ma nel frattempo dovrete lavorare. Ora, se vi dessi un lavoro da svolgere a Fall Creek, come fabbri, o stallieri, o qualcosa di simile, non potreste imparare niente di piu su Bartorstown, e sarebbe come se foste rimasti a casa vostra.»
«Be’, si,» disse Esau, e poi domando, con ansia, «Posso imparare qualcosa sulla grande macchina? Su Clementina?»
«Per dire la verita, io penso che rimarra sempre al di la delle vostre possibilita, a meno che non vogliate aspettare di essere vecchio. Ma potrete stare con Frank Erdmann, che e l’esperto. E non preoccupatevi, avrete tutte le macchine che vorrete. Ma qualunque macchina scegliate, ci vorra sempre un lungo studio, prima che voi siate pronto, e fino a quel momento…»
Esito, solo per una frazione di secondo; forse non esito affatto, e forse fu soltanto per caso che i suoi occhi si posarono in quel momento sul viso di Len, ma Len capi quello che avrebbe detto ancor prima di sentirlo, e si preparo a sostenere l’urto, in modo che il suo viso non mostrasse niente dei suoi sentimenti.
«Fino a quel momento, sarete assegnati all’impianto a vapore. Avete gia qualche esperienza con il vapore, e non dovrebbe occorrervi molto tempo per fare pratica, e imparare le differenze. Jim Sidney, l’uomo col quale avete parlato ieri, vi dara tutta l’assistenza necessaria.»
Si alzo in piedi, e giro attorno alla tavola, e porse loro le chiavi.
«Queste servono ad aprire il cancello. Abbiatene cura. Jim vi dira l’orario di lavoro, e tutto il resto. Nel tempo libero, potrete andare dove vorrete a Bartorstown, e chiedere qualsiasi cosa, purche non interferiate con il lavoro. Potrete prendere accordi con il bibliotecario, Irv Rothstein, per consultare i suoi libri. Ed e inutile che facciate entrambi la faccia di pietra. Posso leggervi il pensiero».
Len lo guardo, sorpreso, e Sherman sorrise.
«Voi pensate che l’impianto a vapore e vicinissimo al reattore, e vorreste essere in qualsiasi altro posto. Ed e esattamente per questo che andrete a lavorare la. Voglio che impariate ad abituarvi al reattore, a tal punto da dimenticare la vostra paura».
E vero? penso Len. O e il suo modo di metterci alla prova, per vedere se noi
«Andate pure, ora,» disse Sherman. «Jim vi sta aspettando».
E cosi uscirono, incamminandosi nel mattino limpido per la strada polverosa, attraverso il pendio e le rocce franate, verso Bartorstown. E al cancello di sicurezza si fermarono, esitando, ciascuno aspettando che fosse l’altro ad aprire, e Len disse:
«Credevo che non avessi paura».
«Infatti. Solo che… oh, accidenti, tutti gli altri lavorano intorno a esso, e stanno bene. Andiamo».
Infilo rabbiosamente la chiave nella serratura, apri, e varco la soglia. E Len chiuse con cura il cancello, pensando, Ora io sono rinchiuso con lui, il fuoco che cadde dal cielo sul mondo della nonna.
Segui Esau, lungo la galleria, e attraverso la porta interna, oltre la camera di controllo dalla quale il giovane Jones li saluto con un cenno. E lui non ha paura? No, lui e come Ed Hostetter, non gli e mai stato insegnato ad avere paura. Ed e vivo, sano, tranquillo. Dio non lo ha folgorato. Dio non ha colpito con le Sue folgori nessuno di loro. Ha lasciato sopravvivere Bartorstown. Non e questa una prova, non indica, questo, che e giusto, che la risposta che essi tentano di trovare e la risposta giusta?
Ma le vie del Signore sono infinite, e sfuggono alla nostra comprensione, e al malvagio viene sempre concesso il suo giorno sulla terra…
«Cosa diavolo stai pensando?» domando Esau. «Dormi? Avanti, andiamo».
C’erano delle goccioline di sudore sulla fronte di Esau, e le sue labbra tremavano. Scesero di nuovo le scale, e i gradini metallici risuonarono cupamente sotto i loro piedi, oltrepassarono il livello nel quale si trovava il grande calcolatore, giu, giu, verso i gradini piu bassi, e poi l’ultimo gradino, e poi via dalla scala, avanti, nella grande, spaziosa caverna pulsante di energia che faceva vibrare l’aria e la roccia e la carne, davanti ai generatori e alle turbine, ed era la, il muro di cemento, il volto vacuo e fisso. E i peccati dei nostri padri sono ancora con noi, o se non i loro peccati, le loro follie, e non avrebbero mai, mai dovuto…
Ma l’avevano fatto.
Parlarono con Jim Sidney. Lui dovette chiamarli due volte, prima di farsi sentire, ma era la prima volta, ed egli fu paziente. E Len lo segui verso la grande massa dell’impianto a vapore, sentendosi minuscolo e insignificante in mezzo a quell’immane potenza. Strinse i denti, e grido silenziosamente, dentro di se, E solo perche ho paura che provo questo, e superero il momento, come ha detto Sherman. Gli altri non hanno paura. Sono uomini, come tutti gli altri, bravi uomini che credono di agire bene, che fanno quello che il governo disse loro di fare. Imparero. La nonna avrebbe voluto questo da me. Me l’ha detto: non avere mai paura di conoscere, e io non avro paura.
Non avro paura. Diventero una parte di tutto questo, contribuiro a liberare il mondo dalla paura. Devo credere, perche adesso sono qui, e non c’e altro che io possa fare.
No, non cosi. Devo credere perche e giusto. Imparero a capire che e giusto. Ed Hostetter mi aiutera, perche io posso fidarmi di lui, e
E Len si mise al lavoro, al fianco di Esau, all’impianto a vapore, e per tutto il resto della giornata non guardo il muro del reattore. Ma poteva sentirlo. Poteva sentirlo nella carne e nelle ossa e nel formicolare del suo sangue, e lo sentiva ancora quando ritorno a Fall Creek e si mise a dormire nel proprio letto. E lo sogno quando riusci infine ad addormentarsi.
Ma non c’era via di scampo. Ritorno al lavoro, il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, e regolarmente nei giorni che seguirono, salvo la domenica, quando andava in chiesa e faceva lunghe passeggiate al pomeriggio insieme a Joan Wepplo. Andare in chiesa era rassicurante, per lui. Era un vero conforto ascoltare dal pulpito che Dio benediceva i loro sforzi, e che essi dovevano solo mantenersi fermi e pazienti e non perdersi d’animo. Questo lo aiutava a pensare che quello che faceva fosse davvero giusto. E il trattamento di Sherman pareva funzionare, in un certo senso. Ogni giorno il terrore di essere vicino a quel muro spaventoso diminuiva, forse perche i nervi eccitati di continuo diventavano insensibili. Riusci a guardare i nervi di cemento, allora, e a pensare con calma a quello che c’era dietro. Riusci a imparare qualcosa sugli strumenti che si trovavano su di essa, gli strumenti che misuravano l’energia che veniva prodotta la dentro, e pote apprendere qualche elemento superficiale, da profano, sulla natura di quell’energia, e sul modo in cui funzionava, e gli fu spiegato anche perche, in quella forma, poteva essere cosi facilmente controllata. Poteva andare avanti cosi per diversi giorni, a volte, ridendo e chiacchierando con Esau, scherzando su quello che avrebbero pensato a Piper’s Run se li avessero visti in quel momento… il signor Nordholt, il maestro di scuola, che credeva di sapere tante cose, e impartiva cosi parsimoniosamente la sua conoscenza per timore di corrompere l’animo dei giovani, e gli altri anziani della citta, capaci di frustare a sangue un ragazzo per avere posto delle domande, e, be’, si, anche papa e lo zio David, la cui risposta era la cinghia. No, questo non valeva per papa, e Len sapeva benissimo che cosa avrebbe detto papa, e non voleva pensarci, era un argomento che preferiva sorvolare. Cosi rivolgeva i suoi pensieri al giudice Taylor, che aveva fatto uccidere un uomo e bruciare un paese per paura che esso potesse diventare un giorno una citta, e pensava, vendicativo, che gli sarebbe piaciuto dire al giudice Taylor che cosa c’era sotto le rocce di Bartorstown, e osservare l’espressione del suo viso, allora.
E io non ho paura, pensava. Avevo paura, si, ma adesso e passata. E soltanto una forza naturale, come tutte le altre forze della natura. Non c’e nulla di malvagio, in questa energia atomica, non piu di quanto possa esserci malvagita in un coltello, o in una sacca di polvere da sparo. Il male sta soltanto nel modo in cui la forza viene usata, e noi faremo in modo che nessuno possa piu fare del male con essa, mai piu. Noi. Noi, uomini di Bartorstown. E, oh, Dio, le notti di freddo e di brividi lungo le rive dei torrenti nebbiosi, i giorni di caldo soffocante e di zanzare e moscerini a stormi, e di