«Quasi cento anni,» disse lei, piano, guardando fuori dalla finestra. «Sembra un periodo cosi lungo, cosi lungo. Non so se riusciremo a resistere per un altro secolo».
Si volto.
«Non so se
Len si alzo senza guardarla negli occhi.
«Forse e meglio che io vada».
«Perche?»
«Be’, i vostri non sono in casa, e…»
«Torneranno all’ora di pranzo».
«Ma c’e ancora molto per il pranzo».
«Bene,» disse lei. «Non volete vedere quello che vi ho detto?» Gli sorrise, un sorriso bianco e gioioso. «Aspettate qui».
Corse nella stanza vicina, e chiuse la porta. Len si mise di nuovo a sedere. Continuava a tormentarsi le mani, e sentiva le tempie in fiamme. Riconobbe quella sensazione. L’aveva provata altre volte, nel roseto, nell’oscuro giardino del giudice, quando aveva passeggiato con Amity, quando si era fermato con lei nel profumo delle rose. Sentiva, nell’altra stanza, che Joan si muoveva e si affaccendava, senti anche il rumore del coperchio di qualche grosso baule battuto contro il muro. Passo molto tempo. Si domando cosa diavolo stesse facendo, e tese l’orecchio, nervosamente, temendo di udire dei passi sul portico, e facendo questo sapeva bene che i suoi non sarebbero certamente tornati, perche se fossero tornati lei l’avrebbe saputo, e certo non avrebbe fatto quello che stava facendo, qualunque cosa fosse.
La porta si apri, e Joan entro.
Indossava un abito rosso. Era un po’ sbiadito, e spiegazzato, per essere rimasto riposto per molto tempo, ma questo non importava. Era rosso. Era fatto di una stoffa soffice, brillante, lucente, che frusciava quando lei si muoveva, e scendeva fino al pavimento, nascondendole i piedi, ma quella era l’unica cosa che nascondeva di lei. Le modellava la vita e i fianchi e delineava le cosce quando lei si muoveva, e sopra la vita non c’era molto, anzi, quasi nulla, a coprirla. Lei allargo le braccia e si giro, lentamente. Le spalle e la schiena erano nude, bianche e lucenti nella luce del sole che entrava dalla finestra, e i seni erano ben modellati nella stoffa rossa, e si mostravano sopra di essa in due curve a mezzaluna. I capelli neri le scendevano sulla pelle bianca, lucidi e bellissimi.
«Era della mia bisnonna. Vi piace?»
Len disse:
«Cristo!» Spalanco gli occhi, guardo e guardo, e il suo viso era rosso quasi quanto il vestito. «E la cosa piu indecente che abbia mai visto».
«Lo so,» disse lei, «Ma non e bello?» Fece scorrere le mani, lentamente, sul vestito, dal corsetto alla gonna, assaporandone il fruscio, la morbidezza. «Questa era vera vanita, questi erano veri lussi. Sentite, come bisbiglia. Cosa pensate che direbbe quel vecchio, stupido straccione sporco, se potesse vederlo?»
Era vicinissima a lui, ora. Len poteva vedere la pelle bianca delle spalle, e come i seni si alzavano e si abbassavano quando lei respirava, con la brillante stoffa rossa che li premeva. Lei sorrideva. Si rese conto, improvvisamente, che Joan era bella, non graziosa come era stata Amity, ma di una bellezza bruna e conturbante, e non era piccola come lui aveva pensato, ma tutto faceva parte di lei, di come era. La guardo negli occhi, e comprese anche che
Sollevo le braccia, e l’abbraccio, e lei sollevo la bocca verso le sue labbra, e rise, una risata roca e profonda, eccitata e compiaciuta. Un’ondata di calore attraverso Len. La stoffa rossa era soffice, liscia e frusciante sotto le sue dita, tesa sul calore del corpo di lei. La sua bocca fu su quella di lei, e la bacio, e la bacio di nuovo, e come mosse da una volonta propria le sue mani salirono alle spalle bianche, e strinsero quella pelle nuda. E anche questo era molto diverso da cio che aveva esperimentato con Amity.
Joan si svincolo da lui. Ora non rideva piu, e i suoi occhi erano duri e lucenti come due stelle nere che ardevano davanti a lui.
«Un giorno,» disse lei, con veemenza, «Tu vorrai uscire da questo posto, e allora verrai da me, Len Colter. Verrai da me allora, ma non prima».
Si volto, e ritorno di corsa nell’altra stanza, e chiuse la porta, tirando il catenaccio, e fu inutile cercare di entrare e di raggiungerla. E quando lei usci di nuovo, indossando gli abiti usuali, quelli che indossava ogni giorno, era passato molto, molto tempo, e i suoi familiari stavano gia percorrendo il sentiero che conduceva alla casa, ed era quasi ora di cena. E fu come se nulla fosse accaduto, e nulla fosse stato detto.
Ma fu Joan, in un altro posto, in un altro momento, a parlargli della Soluzione Zero.
26.
Venne l’inverno.
Fall Creek si trasformo in una tasca isolata di luce e di vita in una vasta desolazione di freddo e roccia e vento e bufere di neve. Il passo era bloccato. Nessuno avrebbe potuto entrare o uscire dalla gola, prima della primavera. La neve cadde, ammucchiandosi alta intorno alle case, e riempiendo i vicoli, e le montagne erano un grande, unico splendore bianco, stupende nelle giornate serene, illuminate dal sole, spettrali nella notte, come le montagne dei sogni, ma troppo grandi e immobili e silenziose per avere qualcosa di amichevole per l’uomo. E il respiro che esalavano, dai gelidi pendii, era aspro e pungente come il brivido della morte.
A Bartorstown non c’erano ne estate ne inverno, ne giorno ne notte. Le luci brillavano e l’aria passava sospirando attraverso le stanze scavate nella roccia, sempre uguale, sempre uniforme. L’Energia prigioniera dietro la parete di cemento dispensava in silenzio i doni della sua forza, instancabile, e il cuore immortale vibrava e pulsava nella roccia. Di sopra, nella sua vasta camera, il cervello dormiva, Clementina, nome stupido per la speranza del mondo, mentre gli uomini accarezzavano e riparavano i fili stanchi e i transistor logori che formavano il suo essere. E ancora piu sopra, nella stanza di guardia, gli occhi vigilavano e le orecchie ascoltavano, in guardia contro il mondo. Len lavorava, e sudava sui libri che gli erano stati consigliati, e pensava a tutte le cose che stava apprendendo, e a quanto era rara la sua sorte, e sapeva che pochissime persone nel grande mondo ignorante, pauroso, tormentato dalla colpa e perseguitato dal peccato, avrebbero potuto fare cio che lui ed Esau avevano fatto, e ricordava che loro avrebbero fatto qualcosa per rendere il domani diverso dall’orribile ieri. Si domandava per quale motivo quei sogni maligni lo assalissero ancora a tradimento nelle giungle del sonno notturno, e invidiava Esau che passava notti tranquille, ma non lo diceva. Ormai non pensava quasi piu alla Bartorstown che aveva cercato per meta della sua vita, accettando la realta, e cosi un’altra piccola parte della sua giovinezza scivolo via da lui come sabbia dalla clessidra del tempo. Pensava a Joan, e cercava di tenersi lontano da lei, e non ci riusciva, perche non poteva. Aveva paura di lei, ma aveva ancor piu paura ad ammettere di avere paura, perche in questo caso lei lo avrebbe sconfitto, in qualche modo oscuro che sfuggiva al ragionamento e veniva percepito dall’istinto, lei avrebbe dimostrato che lui desiderava veramente lasciare Fall Creek e fuggire da Bartorstown, e questo era assurdo, perche lui aveva passato la vita a cercarla. Joan era una sfida che Len non osava ignorare. Ma era anche una ragazza, e Len era pazzo di lei.
Anche gli altri avevano dei lavori da svolgere. Hostetter trascorreva lunghe ore con Sherman, svolgendo il lavoro per il quale, apparentemente, era ritornato a casa… dando i consigli piu opportuni, grazie all’esperienza ottenuta dai molti anni di attivita nel mondo esterno, per rendere piu snello e produttivo e funzionale il lavoro di commercio esterno. Era un Hostetter diverso, come aspetto, con la barba curata, corta, e i capelli tagliati, e senza l’abito dei Nuovi Mennoniti. Len aveva fatto questo molto, molto tempo prima, e cosi non riusci a comprendere per quale motivo la differenza su Hostetter gli sembrasse sbagliata, ingiusta… ma era cosi. Forse era semplicemente perche lui era cresciuto con un’immagine di Hostetter saldamente impressa nella sua mente, ed era difficile, molto difficile cambiarla. Dividevano ancora la stessa camera, ma ciascuno aveva il proprio lavoro, e Hostetter aveva le sue amicizie, e quasi tutto il tempo libero di Len era assorbito da Joan. Dopo qualche tempo, comincio ad avere la sensazione che i Wepplo fossero ormai sicuri del loro matrimonio, e attendessero l’annuncio da un giorno all’altro. Questo lo fece sentire colpevole, ogni volta che andava a casa loro, ricordando quello che Joan aveva detto, ma il senso di colpa non era abbastanza forte da tenerlo lontano da quella casa.
«Sono tutte chiacchiere di ragazza,» si diceva, a volte. «Come quelle di Amity, quando mi provocava e mi baciava mentre in realta voleva Esau. Le ragazze non sanno quello che cercano. Lei ha un’idea del mondo esterno che e simile a quella che io avevo di questo posto, ma se vi andasse non le piacerebbe certo».
E cosi le spiegava per quale motivo il mondo esterno non le sarebbe piaciuto, glielo diceva mille e mille volte, con mille e mille parole diverse, le descriveva tante cose sulla grande, quieta, sonnolenta campagna, e sulla gente, e sulla vita che si viveva la. Parlava e parlava, per farle comprendere, e alla fine veniva preso da una nostalgia cosi intensa che era costretto a fermarsi, e lei si voltava, per nascondere la soddisfazione che s’insinuava nel suo sguardo.
Inoltre, era una pazzia, una pazzia pura, quella di parlare di un modo per uscire dalla gola. Non esisteva alcun modo. Le rocce erano troppo ripide per poter essere scalate, lo stretto corso del torrente era troppo accidentato e traditore, con cascate e frane e cadute di rocce, e oltre a quelle strade c’era ben poco d’altro. Il luogo era stato scelto con cura, e lungimiranza, e non era cambiato minimamente in un secolo. Gli occhi di Bartorstown vegliavano, le orecchie ascoltavano, e la morte nascosta era sempre pronta a colpire in quel basso passo tortuoso. C’era anche una questione personale. Len sapeva, senza che nessuno gliel’avesse mai detto, che ogni suo movimento era notato con cura da qualcuno, e riferito esattamente a Sherman. Il problema di trovare Bartorstown sarebbe stato semplicissimo, in confronto a quello di uscirne. Eppure lei sembrava cosi sicura, come se avesse gia fatto un piano perfetto, come se tutto fosse gia stato previsto. Questo lo tormentava, lo rendeva curioso, e si chiedeva cosa fosse quel piano… solo per curiosita, naturalmente. Ma non glielo chiese, e lei non gli disse nulla, neppure il piu vago degli indizi.
Per tutti, quel periodo era noioso e lento, e non potendo fare altro, tutti si occupavano delle cose dei vicini, osservavano troppo attentamente i fatti degli altri, e se ne preoccupavano troppo, e, soprattutto, ne parlavano troppo. Prima di Natale, erano cominciate le voci sul conto di Gutierrez. Povero Julio, certo che l’ultima delusione l’ha presa molto, molto male. Be’, in fondo era il lavoro di tutta la sua vita… sapete come vanno queste cose. Oh, sicuro, ma tutti hanno delle delusioni, e non si mettono a bere a quel modo, non potrebbe tentare di riprendersi, e ricominciare? Suppongo che un uomo possa stancarsi, perdere coraggio. Dopotutto, una vita intera… Avete sentito che l’hanno trovato privo di sensi nella neve, in un fosso dietro la casa di Sawyer? E un miracolo che non sia morto assiderato. La sua povera moglie, mi dispiace per lei. Per lui, no… un uomo della sua eta dovrebbe sapere bene che la vita non e tutta rose e fiori per nessuno. Ho sentito che tormenta il povero Frank Erdmann… lo fa quasi impazzire. Ho sentito dire che…
Ho sentito. Tutti avevano sentito, e quasi tutti parlavano. Parlavano anche di altre persone e di altre cose, naturalmente, ma Gutierrez era l’avvenimento dell’inverno, e presto o tardi ogni conversazione finiva su quell’argomento. Len lo vide, di quando in quando. Certe volte era completamente ubriaco, un uomo anziano che barcollava con rigida dignita lungo un sentiero nevoso, con il volto scuro per un buio interiore, sopra la barbetta bianca e curata. Altre volte non pareva ubriaco, bensi immerso in un sogno, come se la sua mente fosse partita lungo qualche sentiero nebbioso, alla ricerca di una speranza perduta. Solo una volta Len pote parlargli, e fu soltanto lui a parlare, perche Gutierrez si limito ad assentire e a passare oltre, con occhi vacui, che parevano non averlo riconosciuto. Di notte c’era sempre una lampada accesa in una certa camera della casa di Gutierrez, e Gutierrez sedeva davanti a essa, a una tavola a portata di mano, lavorava e beveva, fino a cadere addormentato sulle sue annotazioni, e allora sua moglie entrava nella stanza e lo aiutava ad andare a letto. Coloro che passavano di la durante la notte potevano assistere a questo rituale attraverso la finestra, e Len sapeva che la storia era vera perche anche lui aveva visto; Gutierrez, che lavorava su una massa di fogli, molto paziente, molto attento, con la grossa tazza accanto al gomito.
Venne il Natale, e dopo la chiesa ci fu un gran pranzo a casa degli Wepplo. Il tempo era bello e sereno. Dopo mezzogiorno la temperatura arrivo allo zero, e tutti dissero che era caldo, e che si trattava veramente di un buon Natale. Ci furono delle feste in tutta Fall Creek, con tanta gente che andava di casa in casa, calpestando la bianca neve farinosa, e di notte tutte le lampade rimasero accese, rischiarando l’oscurita e riflettendosi sulla neve, un chiarore giallo e gioioso che pervadeva ogni cosa. L’eccitazione della festa risveglio la passione di Joan, e quando furono in strada per andare a casa di amici, lei lo prese per mano e lo condusse dietro una macchia d’alberi, al buio, e per diversi minuti dimenticarono il freddo, tenendosi abbracciati e mescolando i loro respiri in un alone di nebbia che si ghiacciava intorno alle loro teste.
«Mi ami?»