«No, fa caldo, al sole».

Len sedette di nuovo accanto a lei. Con le sopracciglia aggrottate e la bocca in giu, sembrava vecchio quasi quanto la nonna, e molto piu austero. Lei lo scruto con attenzione, socchiudendo gli occhi, e Len comincio a sentirsi inquieto, comprendendo che la nonna era venuta a cercare proprio lui.

«Sei molto pensieroso in questi giorni, Lennie».

«Penso di si».

«Non sarai risentito, vero? Io odio la gente risentita».

«No, nonna».

«Tuo padre aveva ragione a punirti. Gli hai disobbedito, e adesso sai che te l’aveva proibito per il tuo bene».

Len annui.

«Lo so».

Papa non era ricorso alla solenne bastonatura che Len aveva previsto. In realta, era stato molto piu gentile di quanto Len avesse potuto mai sognare. Aveva parlato molto seriamente di cio che Len aveva fatto, e di cio che aveva visto, e aveva concluso affermando che Len non sarebbe andato alla fiera, l’anno prossimo, e forse neppure l’anno successivo, a meno che, per allora, non avesse dimostrato di essere nuovamente degno di fiducia. Len pensava che papa si era comportato molto bene, ed era stato buono con lui. Lo zio David aveva frustato invece Esau fino all’ultimo centimetro di pelle. E poiche in quel momento Len pensava che non avrebbe mai piu voluto rivedere la fiera, la proibizione non era una punizione vera e propria.

Disse tutte queste cose alla nonna, che sorrise, il suo sorriso vecchio e sdentato, e gli accarezzo il ginocchio.

«Tra un anno la penserai diversamente. Sara allora che la punizione comincera a farti soffrire».

«Puo darsi».

«Be’, dunque non te la sei presa, e allora deve esserci qualcosa d’altro. Di che si tratta?»

«Di niente».

«Lennie, ho avuto molto a che fare con i ragazzi, e so benissimo che non e naturale che un ragazzo sano come te se ne stia a rimuginare con aria cosi triste. E in una giornata simile, soprattutto, anche se e sabato!» Sollevo il capo, guardando il cielo di un azzurro profondo, e respirando l’aria dorata, e poi guardo i boschi che racchiudevano la fattoria, vedendoli non come gruppi di singoli alberi, ma come un glorioso disegno di colori dei quali aveva quasi dimenticato i nomi. Sospiro, per meta di piacere, per meta di rimpianto.

«A quanto sembra, questo e l’unico momento nel quale puoi vedere ancora i veri colori, quando gli alberi entrano nell’autunno. Una volta il mondo era pieno di colori. Non ci crederai, Lennie, ma una volta avevo un vestito rosso come quell’albero».

«Dev’essere stato bello». Cerco d’immaginare la nonna come una bambina vestita di rosso, e non vi riusci, in parte perche non riusciva a immaginarla altro che vecchia, e in parte perche non aveva mai visto nessuno vestito di rosso.

«Era bellissimo,» disse la nonna, lentamente, e sospiro di nuovo.

Restarono cosi seduti sul gradino, senza parlare, senza guardare nessun punto in particolare. E poi, improvvisamente, la nonna disse:

«Lo so, lo so quello che hai. Stai ancora pensando all’uomo che hanno lapidato».

Len comincio a tremare un poco. Non voleva, ma non riusciva ad arrestare quel tremito. E improvvisamente esclamo:

«Oh, nonna, e stato… aveva ancora uno stivale in un piede. Era tutto nudo, tranne quello stivale, e aveva un aspetto cosi strano. E continuavano a tirargli le pietre…»

Se chiudeva gli occhi, rivedeva ancora tutto… il sangue e il terriccio, insieme, sulla pelle bianca dell’uomo, e le mani della gente, che si alzavano e si abbassavano, si alzavano e si abbassavano…

«Perche l’hanno fatto, nonna? Perche?»

«E meglio che lo chiedi a papa».

«Lui ha detto che avevano paura, e che la paura induce la gente stupida a fare cose cattive, e che io dovrei pregare per loro». Len si passo sul naso il dorso della mano, violentemente. «Non preghero per loro, neppure una parola, tranne che per augurare loro che qualcuno tiri delle pietre contro i loro volti, come hanno fatto a quell’uomo».

«Hai visto soltanto una cosa cattiva,» disse la nonna, scuotendo il capo, lentamente, da una parte e dall’altra, muovendo la bianca cuffia che le copriva i capelli, tenendo gli occhi chiusi e guardando dentro se stessa. «Se avessi visto tutte le cose che ho visto io, sapresti che cosa puo fare la paura. Ed io ero piu giovane di te, Lennie».

«E stato terribile, vero, nonna?»

«Io sono una donna vecchia, molto, molto vecchia, e mi capita ancora di sognare… C’erano fuochi nel cielo, fiamme rosse, qua e la e la e la». La sua mano sottile puntava verso tre punti distinti nel cielo, in semicerchio, verso occidente, e da sud a nord. «Erano citta che bruciavano. Le citta dove andavo sempre con mia madre. E la gente veniva di la, e i soldati, e c’erano dei rifugi in tutti i campi, e la gente gremiva le stalle e le case, dovunque trovava posto, e tutto il nostro bestiame veniva macellato per sfamare i profughi… quaranta capi di bellissime mucche. Quelli erano tempi terribili, terribili. E un miracolo se qualcuno e riuscito a sopravvivere».

«E per questo che hanno ucciso quell’uomo?» domando Len. «Perche hanno paura che qualcuno possa far tornare tutte quelle cose… le citta, e il resto?»

«Non e stato quello che hanno detto alla predica?» domando la nonna, che lo sapeva molto, molto bene, perche lei stessa era stata quasi ogni giorno a prediche simili, molte decadi prima, quando il terrore aveva portato alla grande, impetuosa esplosione di fede, generando decine di nuove sette, e rafforzando straordinariamente quelle gia esistenti

«Si. Hanno detto che lui induceva in tentazione i ragazzi con un certo frutto, credo fosse quello dell’Albero della Conoscenza, come e scritto nella Bibbia. E dicevano che lui veniva da un posto che si chiama Bartorstown. Che cos’e Bartorstown, nonna?»

«Chiedilo a tuo padre,» disse la nonna, cominciando a frugare nel grembiule e a borbottare, «Dove ho messo il fazzoletto? Ero sicura di averlo preso…»

«Gliel’ho chiesto. Mi ha risposto che un luogo simile non esiste».

«Umf,» borbotto la nonna.

«Mi ha detto che solo i bambini e i fanatici credono alla sua esistenza».

«Be’, non ho intenzione di risponderti in modo diverso, cosi non cercare di indurmi a farlo».

«No, certo, nonna. Ma e mai esistito quel luogo… forse molto, molto tempo fa?»

La nonna riusci a trovare il fazzoletto. Si asciugo il volto e gli occhi con esso, e si soffio il naso, lo ripose nel grembiule, mentre Len aspettava.

«Quando ero bambina,» disse la nonna, «Ci fu quella grande guerra».

Len annui. Il signor Nordholt, il maestro di scuola, aveva raccontato loro molte cose sulla guerra, e nella mente di Len l’episodio era connesso con il Libro dell’Apocalisse, una cosa grande e spaventosa.

«Durava gia da molto tempo, penso,» continuo la nonna. «Ricordo che alla tivu ne parlavano moltissimo, e mostravano le immagini di bombe che producevano delle nubi uguali a enormi funghi, e ognuna poteva da sola spazzar via una citta. Oh, si, Len, c’era una pioggia di fuoco che scendeva dal cielo, e molti ne furono consumati! Il Signore la diede al nemico perche un giorno diventasse la pala con cui nettare la Sua aia.»

«Ma vincemmo noi.»

«Oh, si, alla fine vincemmo noi.»

«Fu allora che costruirono Bartorstown?»

«Prima della guerra. Fu il governo a costruirla. Questo accadeva quando il governo era ancora a Washington, ed era molto, molto diverso da oggi. Piu grande… diverso. Non so, una bambina non si preoccupa molto di queste cose, non ricordo bene. Ma so che costruivano moltissimi posti segreti, e Bartorstown era il piu segreto di tutti, si trovava da qualche parte, a ovest… nessuno sapeva dove.»

«Se era cosi segreto, come facevi a sapere che esisteva?»

«Lo dicevano alla tivu. Oh, certo, non dicevano dove fosse, ne a che cosa servisse… e aggiungevano che poteva trattarsi soltanto di una voce, di una notizia non vera. Ma il nome lo ricordo.»

«Allora,» disse Len, sommessamente, «Allora era vero!»

«Ma questo non vuole dire che sia vero oggi… che Bartorstown esista ancora. Si tratta di cose accadute molto, molto tempo fa. Forse ne e sopravvissuto soltanto il ricordo, come ha detto tuo padre, per suggestionare i bambini e i fanatici.» Aggiunse acidamente, a bassa voce, che lei, personalmente, non apparteneva ne alla prima, ne alla seconda categoria. Poi disse: «Non pensarci, Len, abbandona l’idea, non avere alcun commercio col Diavolo, e lui non ne avra con te. Non vorrai che ti accada quello che e accaduto a quell’uomo, alla predica?»

Len ricomincio a sudare caldo e freddo. Ma la curiosita lo indusse a domandare ugualmente:

«Bartorstown e un posto cosi terribile, allora?»

«Deve esserlo,» disse la nonna, con acida saggezza, «Se tutti pensano che lo sia. Oh, lo so! Per tutta la vita ho dovuto tenere a freno la lingua. Io posso ricordare il mondo come era prima. Ero soltanto una bambina, ma grande abbastanza per ricordarlo… avevo quasi la tua eta, allora. E ricordo benissimo come diventammo tutti Mennoniti, quando prima nessuno di noi lo era stato. A volte vorrei…» Si interruppe, e guardo di nuovo gli alberi fiammeggianti. «Come mi piaceva quel vestito rosso!»

Un altro silenzio.

«Nonna.»

«Be’, cosa c’e?»

«Com’erano le citta, in realta?»

«E meglio che tu lo chieda a tuo padre.»

«Sai benissimo quello che dice sempre. Inoltre, lui non le ha mai viste. Tu si, nonna. Tu puoi ricordarle.»

«Il Signore, nella Sua infinita saggezza, le ha distrutte. Non tocca a noi giudicare. Ne a te, ne a me.»

«Non sto giudicando… sto solo chiedendo. Com’erano le citta?»

«Grandi. Cento Piper’s Run non avrebbero fatto la meta neppure della piu piccola citta. Avevano tutte dei pavimenti solidi, con passeggi ai lati per la gente, e grandi, spaziose strade al centro per le automobili, e c’erano dei grandi edifici che salivano nell’aria, verso il cielo. C’era molto rumore, e l’aria aveva un sapore diverso, e c’era sempre moltissima gente che andava in fretta da qualche parte, avanti e indietro. Mi piaceva sempre andare in citta. Nessuno pensava, allora, che fossero delle cose malvage.»

Gli occhi di Len erano grandi e rotondi.

«C’erano dei grandi cinematografi, enormi, con i sedili imbottiti, e dei supermercati grandi due volte il granaio, con dentro ogni sorta di cibi, avvolti in pacchi lucidi e colorati… quante cose che tu non hai mai sentito nominare, Len, si potevano comprare, tutti i giorni della settimana! Lo zucchero bianco, per noi era la cosa piu normale e comune. E spezie, e verdure fresche durante tutto l’inverno, congelate in piccole mattonelle. E quante cose c’erano nei negozi! Oh, tante cose che non posso neppure tentare di descriverti, vestiti e giocattoli e lavatrici elettriche e libri e radio e apparecchi tivu…»

Comincio a dondolarsi un poco avanti e indietro, e i suoi vecchi occhi brillavano.

«Natale,» disse. «Oh, a Natale! Con tutte le vetrine decorate e piene di luci e di musiche! Colori, luci, e gente che rideva. Non era malvagio. Era meraviglioso.»

Len spalanco la bocca. Rimase cosi, a bocca aperta, mentre un passo pesante vibro sul pavimento dall’interno, e allora cerco di avvertire la nonna, perche tacesse… ma lei aveva dimenticato la

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