sua presenza.

«Tanti film di cow-boys alla tivu,» borbotto la vecchia, ripercorrendo i sentieri dei decenni tormentosi. «Musica, e donne in bellissimi abiti che lasciavano le spalle scoperte. Pensavo che sarei diventata come loro, un giorno, da grande. Tanti libri illustrati, e il negozio del signor Bloomer con il gelato e le colombe di cioccolato a Pasqua…»

Papa usci dalla porta. Len si alzo, e scese gli scalini. Papa lo guardo, e Len si fece piccolo piccolo, pensando che nelle ultime settimane la vita era stata fatta solo di guai.

«L’acqua,» disse la nonna, «Che scendeva da rubinetti lucidi e scintillanti, quando lo si desiderava. E il bagno proprio in casa, e la luce elettrica…»

Papa disse a Len:

«Sei stato tu a farla parlare?»

«No, davvero,» disse Len. «Ha cominciato da sola, con un vestito rosso…»

«Tutto facile,» disse la nonna. «Tutto facile, e lucente, e comodo. Cosi era il mondo. E poi se ne e andato. Cosi presto.»

Papa disse:

«Mamma.»

Lei lo guardo, obliquamente, e i suoi occhi parevano due scintille sbiadite, che si riaccendevano per brevi istanti. Lei disse:

«Cappello-piatto.»

«Andiamo, mamma…»

«Vorrei che ritornasse tutto,» disse la nonna. «Vorrei avere un vestito rosso, e un apparecchio tivu, e un bagno lindo e bianco di porcellana, e tutte le altre cose. Era un mondo buono. Come vorrei che non fosse mai finito.»

«Ma e finito,» disse papa. «E tu sei una vecchia pazza a giudicare la bonta di Dio.» Non parlava tanto a lei, quanto a Len, ed era molto in collera. «Una, una soltanto di quelle cose ti aiuto forse a sopravvivere? Quelle comodita aiutarono la gente delle citta? Si o no?»

La nonna giro il capo, e non volle rispondere.

Papa scese il gradino, e si mise davanti a lei.

«Mi hai capito, mamma. Rispondimi. Si o no?»

Gli occhi della nonna si riempirono di lacrime, e la scintilla si spense, in essi.

«Io sono una vecchia,» disse. «Non e giusto che tu mi parli cosi.»

«Mamma, rispondi: una soltanto di quelle cose aiuto forse la gente delle citta, anche una sola persona, a sopravvivere?»

La nonna lascio ricadere il capo sul mento, e lo mosse a stento da una parte e dall’altra.

«No,» disse papa. «E lo so, perche fosti tu stessa a raccontarmi che il cibo non giungeva piu ai mercati, e tutto aveva smesso di funzionare nelle fattorie, perche non c’era piu energia elettrica, non c’era piu combustibile, non c’era piu niente. E solo coloro che avevano sempre vissuto senza tutti i lussi di quella vita, e avevano fatto da soli, con il lavoro delle loro mani, senza avere alcun commercio con le citta, soltanto loro hanno potuto sopravvivere senza danno, guidandoci tutti sul sentiero della pace, dell’abbondanza, e dell’umilta davanti a Dio. E tu osi deridere i Mennoniti! Colombe di cioccolato,» disse ancora, pestando gli stivali sul terreno, con violenza, «Colombe di cioccolato! C’e da stupirsi se il mondo, quel mondo, e crollato?»

Si volse, per comprendere Len nel proprio sostegno.

«Non avete nessun senso di gratitudine nei vostri cuori, nessuno dei due? Non sapete essere riconoscenti del buon raccolto, e della buona salute, e della casa calda, e dell’abbondanza della mensa? Cosa deve darvi di piu Dio perche siate felici?»

La porta si riapri, e apparve sulla soglia mamma Colter, con il volto roseo e tondo e pieno di rimprovero, incorniciato dalla cuffia bianca.

«Elia! Stai alzando la voce con tua madre, e proprio nel giorno di sabato?»

«Sono stato provocato,» disse il padre di Len, e rimase immobile, respirando forte col naso, per un minuto buono. Poi, piu calmo, si rivolse a Len. «Va’ nel fienile.»

Len senti che il cuore gli scendeva fino alle ginocchia. Comincio ad attraversare l’aia, con passo lento e pesante. La mamma si fece avanti, minacciosamente:

«Elia, il sabato non e il giorno…»

«E per il bene dell’anima del ragazzo,» disse papa, con una voce che escludeva ogni discussione. «Lascia questo a me, te ne prego.»

La mamma scosse il capo, ma ritorno nella casa. Papa segui Len, che si avviava verso la porta aperta del fienile, e la nonna rimase seduta sul gradino.

«Non me ne importa,» bisbiglio la vecchia. «Quelle cose erano buone.» Dopo un momento ripete, fieramente, «Buone, buone, buone!» Lacrime cominciarono a scenderle lentamente sulle guance, cadendo sul suo vestito di stoffa fatto a mano.

Nel fienile caldo, immerso nella penombra, e profumato di fieno, papa prese dal chiodo la cinghia, e Len si tolse la giubba. Aspetto, ma papa rimase fermo, guardandolo e corrugando la fronte, facendo scorrere il cuoio tra le dita. Alla fine egli disse:

«No, non e questo il modo,» e riappese la cinghia alla parete.

«Non intendi frustarmi?» bisbiglio Len.

«Non per la pazzia di tua nonna. E molto vecchia, Len, e i vecchi sono simili ai bambini. E poi, ha vissuto anni terribili, e ha lavorato duramente e sempre senza lamentarsi, per una lunga vita… forse non dovrei biasimarla troppo, se rimpiange le cose comode della sua infanzia. E suppongo che non sia possibile pretendere che un ragazzo non ascolti quelle parole.»

Volto le spalle a Len, camminando su e giu tra i sostegni, e quando si fermo, continuo a voltare le spalle al ragazzo.

«Tu hai visto morire un uomo,» disse. «E questo il tuo problema, vero? E per questo che ti tormenti, e che hai cominciato a fare tutte quelle domande?»

«Si, papa. Proprio non riesco a dimenticarlo.»

«Non dimenticarlo,» disse papa, con veemenza improvvisa. «Poiche l’hai visto, ricordalo sempre. Quell’uomo ha scelto di seguire un certo sentiero, e quel sentiero lo ha portato a una certa fine. La strada del trasgressore non e mai stata facile, Len. Non sara mai facile.»

«Lo so,» disse Len. «Ma solo perche e venuto da un posto che si chiama Bartorstown…»

«Bartorstown e molto piu di un posto, come tu dici. Non so se esista oppure no, se sia reale come Pipers’s Run, e, anche se esiste, non posso neppure immaginare se una o tutte le cose che si narrano sul suo conto siano vere. Che siano vere o false, in realta, non ha alcuna importanza. Gli uomini credono che siano vere. Bartorstown e un modo di pensare, Len. Il mercante e stato lapidato a morte perche aveva scelto quel modo di pensare.»

«Il predicatore ha detto che voleva far tornare le citta. Bartorstown e una citta, papa? Ci sono delle cose simili a quelle che aveva la nonna quando era bambina?»

Papa si volto, e poso la mano sulla spalla di Len.

«Molte, moltissime volte, Len, in questo stesso posto, mio padre mi ha picchiato, per avere rivolto delle domande simili a questa. Era un bravissimo uomo, ma era simile a tuo zio David, piu svelto con la cinghia che con la parola. Ho sentito tutte le storie, da mia madre e da tutti i vecchi della generazione precedente a quella di mia madre, che allora erano ancora vivi e ricordavano il passato assai meglio di lei. E pensavo che tutte quelle cose comode dovevano essere state belle, e mi chiedevo per quale motivo fossero state peccaminose. E mio padre mi diceva che ero destinato all’Inferno, e mi frustava, tanto che neppure riuscivo a rimettermi in piedi. Lui aveva vissuto i tempi della Distruzione, e il timor di Dio era piu forte nel suo cuore di quanto non fosse nel mio. E stata una medicina amara, questa, Len, ma forse mi ha salvato. E se ci saro costretto, ti trattero allo stesso modo, anche se preferirei che tu non mi costringessi a farlo.»

«Cerchero di non costringerti, papa,» si affretto a dire Len.

«Spero di no. Perche vedi, Len, e tutto cosi inutile. Dimentica, per un momento, il fatto che sia o non sia un peccato, e pensa soltanto ai fatti concreti. Tutte le cose di cui parla tua nonna, la tivu, le automobili, le ferrovie, e gli aeroplani, e perfino i missili, tutte quelle cose dipendevano dalle citta.» Corrugo la fronte, e gesticolo un poco, cercando di spiegare il concetto. «Concentrazione, Len. Organizzazione. Come il funzionamento di un orologio, ogni rotellina dipende da ogni altra rotellina, per andare avanti. Un uomo non puo costruire un’automobile, come un buon lavoratore puo costruire un carro solido e funzionante. Ci volevano migliaia di uomini, che lavoravano insieme, in perfetto accordo, e che dipendevano da migliaia di altri uomini che lavoravano in altri posti, per preparare il carburante e gli pneumatici di gomma, affinche le automobili potessero camminare, dopo essere state costruite. Erano le citta che rendevano possibili tutte queste cose, Len, e quando le citta scomparvero, tutte quelle cose non furono piu possibili. Cosi non le abbiamo piu. E non le avremo mai piu.»

«Mai piu, fino a quando durera il mondo?» domando Len, con la sensazione dolorosa di chi ha perduto qualcosa definitivamente.

«Questo e nelle mani di Dio,» disse il padre di Len. «Ma noi non dureremo quanto il mondo. Len, tanto varrebbe piangere sulla perdita dei Faraoni d’Egitto, che sono lontani da noi come tutte le cose perdute durante la Distruzione.»

Len annui, pensieroso:

«Pero ancora non riesco a capire, papa… perche hanno ucciso quell’uomo?»

Papa sospiro.

«Gli uomini fanno cio che ritengono giusto, o cio che ritengono necessario per proteggersi. Una piaga terribile e calata sul mondo. Quelli tra noi che sono riusciti a sopravvivere, hanno lavorato, e lottato, e sudato, per due generazioni, per riprendersi dalla catastrofe. Ora siamo di nuovo prosperi e in pace, e nessuno vuole che quella maledizione ritorni ad abbattersi sulle nostre teste. Quando scopriamo degli uomini che, apparentemente, ne portano il seme, decidiamo di agire contro di loro… secondo le maniere che ci sono proprie, e che sono differenti per ciascuno di noi. Alcuni, lo sai bene, seguono la via della violenza.»

Porse a Len la sua giubba.

«Ecco, puoi indossarla di nuovo. E ora va’ nei campi, e guardati attorno, e pensa a cio che vedi, e domanda al Signore il dono piu grande che Egli puo darti, un cuore contento. E vorrei che tu pensassi all’uomo che hai visto morire come a un segno che ti e stato mandato per ricordarti il prezzo della follia, che e uguale a quello del peccato.»

Len indosso la giubba. Annui, e sorrise a papa, con molto amore.

Papa disse ancora:

«Un’ultima cosa. Esau ti ha spinto ad andare a quella predica.»

«Non ho detto…»

«Non ti ho fatto una domanda, ho fatto solo una constatazione. Conosco te e conosco Esau. Ora ti diro una cosa, e tu non dovrai ripeterla. Esau e testardo, e si fa un punto d’orgoglio di essere ribelle in qualunque circostanza, credendo di dimostrarsi furbo. E nato per mettersi nei guai, come le scintille nascono per salire nella cappa del focolare, e non voglio che tu stia alle sue calcagna come un cucciolotto fedele. Se questo accadra di nuovo, ti daro una battuta come non te la sei mai sognata. Hai capito?»

«Sissignore!»

«Allora vai.»

Len non se lo fece dire due volte. Filo dalla porta dell’aia come una freccia. Scavalco il cancello, attraverso la carreggiata, e si addentro nel campo occidentale, muovendosi ora con calma, con la testa china, e i pensieri che giravano e giravano e giravano nella sua testa, fino a stordirlo.

Il giorno prima gli uomini avevano tagliato il grano, e i lunghi falcetti avevano fatto whick-whick! sugli steli fruscianti, e i ragazzi avevano riunito i covoni. La mietitura era una delle cose che Lan amava di piu. Tutti si riunivano e aiutavano tutti gli altri, e c’era un senso di eccitazione, un senso di vittoria finale nella lunga battaglia iniziata nel giorno della semina, l’idea di prepararsi a trascorrere l’inverno ben riforniti e in pace, qualcosa che era giusto e naturale come il cadere delle foglie e i preparativi degli scoiattoli. Len camminava lentamente, tra le file di stoppie e di alti covoni, e odoro il sole tra il grano seccato, e ascolto i corvi che gracchiavano da qualche parte, al limitare del bosco, e allora i colori degli alberi cominciarono a giungergli. D’un tratto si rese conto che tutta la campagna era un incendio di bellezza pura, un falo di fuoco frusciante e vivo, e cammino lentamente verso i boschi, tenendo alta la testa, per vedere le creste di porpora e oro

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